Siccità, crisi idrica, e allarme generale: arriva lo stato di emergenza entro 2 settimane? Ecco cosa significa per il nostro paese, quali provvedimenti sono già stati presi e cosa prevede l’ipotetico razionamento diurno dell’acqua.
Siamo in uno stato di vero allarme idrico: la siccità e il caldo stanno preoccupando sempre di più e si sta per avvicinare il momento, come fatto già da molti comuni, delle misure drastiche per provare di limitare il consumo d’acqua. Si arriverà al razionamento?
Mentre in alcune regioni, come ad esempio nel Lazio, diversi comuni hanno inteso anticipare qualunque scelta dall’alto varando già provvedimenti restrittivi in tal senso, il rischio di arrivare ad un vero e proprio stato di emergenza e ad una scelta grave, come quella di razionare l’acqua durante il giorno.
«Penso che nelle prossime giornate, al massimo un paio di settimane, potremo fare la dichiarazione dello stato d’emergenza», ha detto infatti il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, di fatto annunciando che a breve il governo tirerà le somme su di un’emergenza causata dalle scarse precipitazioni.
Un problema quello della siccità, che attanaglia tutto il territorio nazionale. Nella intera penisola si sta soffrendo una palese carenza d’acqua. Non ci sono aree che non siano in sofferenza.
Siccità, ecco cosa sta succedendo
Ci sono zone, come ad esempio nel Nord, in cui durante questi primi mesi dell’anno non ha quasi mai piovuto: del resto anche l’anno scorso le nevicate sono state minori del solito e si sono viste precipitazioni scarne. Ora la situazione è ancor più a limite.
L’intera Pianura Padana sembra come travolta dalla siccità, peggiorata dalle alte temperature delle ultime settimane, ben sopra alle medie stagionali. In diversi territori come Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, i comuni hanno già preso, come nel Lazio ad esempio, delle misure per tentare di limitare il consumo d’acqua, come lo stop notturno.
Quali saranno dunque i provvedimenti di governo e Protezione civile? «Bisogna capire le misure da mettere in campo per mitigare i problemi, e su queste stiamo lavorando con le Regioni. – ha detto Curcio – Lo stato di emergenza va dichiarato dopo averle definite.”
Stato d’emergenza, cosa comporta
Mentre le Regioni sono al lavoro sulle misure da adottare, è arduo capire con cognizione di causa cosa accadrà con la dichiarazione dello status. Con molta probabilità, se la situazione delle piogge non andasse a migliorare nel breve, è verosimile che in alcune zone sicuramente non si passi davvero al razionamento dell’acqua.
Tanto da porta poi a una teorica chiusura temporanea anche nelle ore diurne. Un razionamento delle forniture idriche nel corso il giorno preoccupa: ma nonostante il logico peso che avrebbe sulla quotidianità dei cittadini, gli specialisti del settore non pensano che questo sia comunque sufficiente a frenare in maniera sostanziale la carenza d’acqua.
Quanto alle «misure differenziate» a cui si punta, ci dovrebbe essere una revisione delle infrastrutture poiché in molte aree si riscontrano perdite in rete e degli sprechi strutturali dovuti alla carenze di impianti e per appunto strutture in grado di garantire une migliore ottimizzazione della preziosa risorsa.