Troppi soldi buttati a causa di molteplici frodi fiscali ai danni dello Stato. Ecco perché Draghi ha fermato il Superbonus 110%
Alla fine, il Superbonus sarà solo un brutto ricordo (che però ci costerà molto caro). Non può esserci riassunto diverso per l’epilogo che, molto probabilmente, spetterà alla misura dell’ormai famoso Superbonus 110%. Per i cittadini che ne avevano usufruito e per le imprese che sono state coinvolte, potrebbe infatti finire in un nulla di fatto.
Sono state troppe le incongruenze e i campanelli di allarme riguardo a una misura controversa, giudicata dall’esecutivo una delle “più grandi truffe nella storia della Repubblica”. Troppo soldi buttati a causa di molteplici frodi fiscali ai danni dello Stato. Ecco perché Draghi ha fermato il Superbonus 110%.
Ecco perché Draghi ha fermato il Superbonus 110%
Nella giornata di ieri è arrivato l’annuncio: le proroghe alla misura del Superbonus non ci saranno. Si tratta di uno stop netto a quella che è stata una delle misure (studiate dal governo Conte II) più controverse degli ultimi anni. A tenere banco, infatti, sono gli sprechi miliardari che il Superbonus ha provocato alle casse dello Stato.
Draghi ha fermato il Superbonus 110% perché le truffe ai danni dello Stato e le frodi fiscali che hanno avuto origine con grazie a questa misura sono ormai intollerabili. In un’audizione al Senato, il 10 febbraio Ernesto Maria Ruffini. Direttore dell’Agenzia delle Entrate, aveva denunciato frodi e truffe che ammontavano a circa 4,4 miliardi di euro. Una situazione provocata da numerosi crediti d’imposta inesistenti per miliardi di euro, con conseguente perdita di miliardi da parte dello Stato.
Tuttavia, i famosi 4,4 miliardi sarebbero cifre parziali e quelle aggiornate e inseriti nella prossima nota di aggiornamento al documento di economia e finanza che verrà presentata entro il 27 settembre potrebbe essere ancora più corpose.
Secondo i dati riportati da Today.it, riferiti alle informazioni in possesso dal centro studi fiscali di Antonio Gigliotti, nel 2021 la Guardia di Finanza ha condotto circa 41.047 interventi ispettivi; su questi sono stati segnalate presunte evasioni tra ritenute, Iva e base imponibile per un ammontare di circa 47 miliardi di euro. Cifre inaccettabili che hanno spinto l’esecutivo guidato da Mario Draghi a introdurre norme e provvedimenti volti a migliorare la misura e ridurre le frodi, come ad esempio l’impossibilità a cedere il credito fiscale per un numero illimitato. Tuttavia, ciò non è servito a scongiurare il definitivo strappo.