L’interruzione totale delle forniture di gas dalla Russia ora è un pericolo reale: la proposta di Draghi non convince a pieno l’Europa
La proposta avanzata da Mario Draghi all’Europa per un tetto ai prezzi del gas, da discutere in un vertice straordinario a luglio, non ha trovato il pieno appoggio dei 27 stati membri. In occasione del summit di Bruxelles, il premier ha ammesso: “Alcuni Paesi sono stati molto esitanti nell’agire”. A chiudere le porte in faccia all’Italia sono state soprattutto Germania e Olanda, a capo del fronte degli scettici.
L’Ue ha stabilito dunque che non c’è fretta di muoversi sui prezzi e per il momento si è deciso di rafforzare le misure nazionali in vista di un possibile taglio netto delle forniture da parte della Russia. L’obiettivo è quello di riempire le riserve di gas all’80% entro fine ottobre e se possibile aumentare la produzione di elettricità da carbone e nucleare. Per il momento quindi ognuno guarderà in casa propria.
Gas, l’interruzione delle forniture spaventa l’Ue
Draghi ha almeno ottenuto l’impegno della Commissione europea di arrivare al prossimo summit di ottobre con uno studio di impatto sul price cap, sull base dell’esperienza di Spagna e Portogallo, dove l’Europa ha concesso il tetto dei prezzi: “La Commissione dovrà realizzare un rapporto sul price cap, sul controllo dei prezzi, ma anche sulla riforma del mercato dell’elettricità, che è ormai tutto calibrato sui prezzi del gas. Per noi è un risultato soddisfacente”, ha spiegato Draghi.
I dubbi di Germania e Olanda al momento ci sono, soprattutto di quest’ultimi, il cui leader Rutte ha affermato: “Se qualcuno mi porta le prove e mi dice che potrebbe funzionare, allora sono a favore. Ma tutte le prove che ho visto finora mi dicono che non funziona”. Molto dipenderà comunque da quanto a lungo continuerà a scorrere il gas dalla Russia nei prossimi mesi, perché il rischio di un’interruzione totale ora è più reale di prima, come ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans.