Il Superbonus è in stand-by e la situazione rischia di mettere in crisi il sistema: le ipotesi per porre rimedio al blocco
Il Superbonus ha fatto penare e non poco il Governo e continua tuttora a creare i problemi nonostante le varie modifiche apportate alla misura. L’ostacolo ora è il blocco dei crediti da parte delle banche, che rischia di mettere in crisi l’intera economia con un pericoloso effetto domino. Confartigianato stima infatti il fallimento di 30mila imprese. I fondi stanziati per il 2022 sarebbe esauriti e al momento non si vede soluzione.
Sulla questione e sui possibili rimedi si è espressa Federica Brancaccio, neopresidente dell’Ance – Associazione nazionale costruttori edili, intervistata da Today.it: “I veri cambiamenti di regole ci sono stati sugli altri bonus più che sul superbonus, ma alla fine quello che sta subendo il boomerang è proprio il superbonus 110%”, ha esordito.
“Sono state inserite nuove regole relative ai prezzi ma niente di speciale, ma la percezione di negatività di questi bonus ha impattato fortemente sulla misura e adesso a causa del blocco della monetizzazione dei crediti siamo sull’orlo del baratro. Noi imprese ci siamo strutturate, abbiamo approfondito, firmato dei contratti e preso degli impegni con i condomini, con il presupposto di poter monetizzare questi crediti ma oggi è tutto bloccato. Qui è a rischio un intero sistema che si era un po’ risollevato dopo 10 anni di crisi”.
Superbonus, le soluzioni per rimuovere il blocco
Brancaccio ha poi aggiunto sulle possibili soluzioni per rimuovere il blocco: “Si potrebbe consentire alle banche una maggiore facilità di cedere a loro volta a terzi i crediti, in modo da aumentare la platea degli acquirenti, quindi anche il plafond. Il governo dovrebbe dare un messaggio non negativo ma di chiarezza: l’esecutivo deve dare il senso che è una misura nella quale crede. Il blocco dei crediti, con il treno in corsa, è veramente devastante”.
La neopresidente Ance precisa che in questo modo si favoriscono solo i più ricchi e si complica la vita ai condomini che non possono non hanno modo di pagare le imprese e tenersi il credito fiscale, e che quindi c’è ora sfiducia totale in una misura che doveva “diffondere una cultura dell’importanza della riqualificazione, del consumo energetico e della sicurezza sismica”.