Tornano i problemi con il reddito di cittadinanza, ma non dalla direzione da cui ce ne aspetteremmo. I problema in questo caso sono i centri per l’impiego.
Il reddito di cittadiananza era stato introdotto come metodo per far finalmente funzionare il mercato del lavoro e combattere la disoccupazione. Sembra quindi paradossale che i nuovi problemi per il sussidio vengano proprio dalla mancanza di lavoratori nei centri in cui il reddito dovrebbe svolgere parte delle sue funzioni.
Stiamo parlando dei centro per l’impiego. Da diverso tempo ormai i centri per l’impiego di competenza regionale soffrono di un gravissimo problema di mancanza di personale. Sono 11.600 i posti mancanza dei centri di tutta Italia, e nonostante gli interventi dello Stato e le raccomandazioni alle Regioni, se ne sono riusciti ad occupare appena 3.440. La crisi non era stata risolta nei mesi precedenti e ora rischia di far perdere allo Stato circa 5 miliardi di euro in fondi messi a disposizione dal PNRR.
I fondi stanziati servirebbero a potenziare i meccanismi burocratici che girano intorno al reddito di cittadinanza e alla NASPI. In particolare servono per le ricerche di lavoro dei molti beneficiari dei due sussidi. Si tratta di uno dei punti più contorti e dibattuti intorno al reddito di cittadinanza: ovvero se questo serva davvero a permettere alle persone di trovare lavoro o si tratta solo di una misura assistenziale fine a se stessa. Per ottenere i fondi per il PNRR, i centri per l’impiego devono mantenere la promessa di inserire nel sistema di Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL) almeno 300.000 beneficiari del reddito di cittadinanza o della NASPI.
Il problema con questo possibile traguardo è che manca materialmente il personale per eseguire le operazioni. Sarà molto difficile per i centri per l’impiego raggiungere il traguardo di 300.000 inserimenti con il poco personale a disposizione, e le spinte dello Stato sulle Regioni servono a poco. Questo si somma alla problematica principale: la condizione del mercato del lavoro in Italia. Questa già da sola basterebbe a minare pesantemente il raggiungimento dell’obiettivo del reddito di cittadinanza, a causa di un mismatch clamoroso tra la domanda di lavoratori e l’offerta presentata.