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Luci spente e condizionatori fermi: così mettersi contro la Russia cambierà la nostra vita

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Riccardo Magliano

L’allarme della chiusura del gas da parte della Russia si farà presto sentire anche nella vita di tutti i giorni. C’è la concreta possibilità di dover razionalizzare le risorse nei prossimi mesi.

La guerra in Ucraina continua a colpire la nostra vita di tutti i giorni. Dopo il parziale blocco delle esportazioni di gas da parte della Russia verso l’Italia, ci avviamo verso un periodo di potenziale razionalizzazione delle risorse, con luci spente e condizionatori fermi.

Questo, semplicemente, perché occorre risparmiare l’energia che sta venendo accumulata, in attesa di poter provvedere autonomamente alla fornitura di gas o altre fonti senza dipendere dalle esportazioni russe. Il taglio annunciato dal Cremlino verso il nostro paese è del 50%. Questo significa che da oggi riceveremo la metà del gas che occorre all’intero paese. Il gas serve per mantenere attive le centrali che producono energia elettrica per far funzionare le industrie e le attività di ogni genere, oltre che i servizi che utilizziamo tutti i giorni.

Il Governo sta lavorando a dei piani di razionalizzazione progressiva delle energie stoccate per quando la situazione sarà più grave, in particolare preoccupa la stagione invernale. Il Governo dovrà trovare un modo per limitare il più possibile gli sprechi di energia in vista dell’inverno, visto che per quel momento sarà disponible solo il gas in stoccaggio. Questo significa che ci sarà soltanto il gas messo nelle scorte dello Stato e difficilmente si potranno rimpinguare in maniera adeguata le cisterne. Al momento, tuttavia, la situazione non è così critica, visto che su una domanda di 155 milioni di metri cubi di gas, ce ne sono in entrata 195 milioni di metri cubi. Il Ministero della Transizione Ecologica sta già provvedendo ai piani futuri.

Una strada battibile e data quasi per certa sarà la richiesta del Governo verso le imprese di ridurre autonomamente il consumo di gas. La richiesta verrà effettuata probabilmente dal distributore del servizio di energia elettrica Snam Gas Metano ai propri clienti. In casi ancora più critici, lo stesso ministero potrebbe attuare un decreto che avrebbe ripercussioni sui cittadini. In particolare con limitazioni all’utilizzo del riscaldamento negli edifici privati, allo stesso modo di quello già in atto nelle strutture pubbliche.

 

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