La riduzione del gas dalla Russia porta il Governo a indicare delle strade alternative: le proposte del ministro Cingolani
Al momento il pericolo è scampato e non si passerà dallo stato di preallarme a quello di allarme. Questo quanto deciso dopo i vari incontri del ministro della Transizione ecologica Cingolani. Si è scongiurata l’ipotesi perché è già alto il monitoraggio in corso, e inoltre è stato dato il via libera all’acquisto di carbone in via prudenziale “in misura sufficiente all’eventuale piano di massimizzazione delle centrali a carbone”.
Con lo stato di allarme sarebbero arrivate delle misure speciali con l’aumento di importazioni per le compagni energetiche e lo stop alle forniture per utilizzare combustibili alternativi. Si rischiava anche una richiesta del Ministero a Snam di ridurre le forniture alle industrie applicando i contratti per il contenimento volontario.
Gas, le proposte per evitare la crisi
La scelta del Governo è stata determinata dall’analisi del calo dei flussi di gas forniti da Gazprom, ma anche dal peso di nuove forniture alternative. E’ aumentato il flusso dall’Algeria e, in maniera minore, dall’Azerbaijan. I dati dicono che in Italia sono messi in rete 207 milioni di metri cubi di metano a fronte di una domanda di 156. Il problema ora si porrebbe solo in caso di un stop totale al gas della Russia. A preoccupare però è anche e soprattutto l’aumento dei prezzi.
Per questo motivo Cingolani ha sintetizzato una serie di priorità da realizzare per evitare rischi e lo ha fatto in occasione dell’Assemblea pubblica di Elettricità futura. Si inizierà sicuramente dall’aumento degli stoccaggi di gas: “Dobbiamo arrivare a fine anno con gli stoccaggi al 90%”. Cingolani ha proposto inoltre un’agenda basata su una convivenza di rinnovabili e gas, andando a ridurre quindi il gas. Queste misure ovviamente avranno un costo, così come tutta la transizione energetica. E’ stato stimato che per procedere serviranno 210 miliardi entro il 2027.