In un contesto di crisi globale, la solidarietà e il sostegno reciproco sono il viatico verso un miglioramento delle condizioni di ognuno. E’ la sintesi del pensiero del Ministro dell’Interno in tema crisi alimentare.
La guerra in Ucraina, insieme alla crisi pandemica, ha acuito le soglie di povertà planetarie e le difficoltà anche nel territorio italiano in relazione all’aumento dei flussi migratori di persone in difficoltà. La Lamorgese lancia allarme immigrazione: “Sono aumentati per la crisi alimentare”.
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha parlato chiaramente di un aumento dei flussi migratori, a fronte della crisi del grano in Ucraina, chiedendo l’apertura di corridoi nel Mar Nero per i rifornimenti nei Paesi che dipendono per il 90% dal grano ucraino e russo.
La pressione che la guerra in Ucraina sta avendo già sui fenomeni migratori significa, per la ministra, affrontare di pari passo anche il peso della crisi del grano legata alla guerra. Se infatti i flussi migratori rispetto al recente passato sono in costante aumento è palese che sia anche dovuto alla crisi alimentare.
Il timore è che ci sia un rischio di povertà no solo nei Paesi dove c’è il già il razionamento del pane, ma anche in quelli toccati dai flussi migratori in aumento.
Crisi alimentare: le parole di Lamorgese
“Spero che la visita del nostro premier Draghi e degli altri due leader europei a Kiev abbia dato un impulso maggiore per fare in modo che nei tempi più rapidi possibili si possano aprire i corridoi nel Mar Nero per far arrivare il grano in questi Paesi che dipendono per quasi il 90% dal grano ucraino e russo”, ha dichiarato in tal senso la ministra.
Lamorgese ha anche rigettato alcune critiche arrivate al governo quanto alla gestione dei flussi migratori: “Per la ministra, l’immigrazione è problema strutturale e non emergenziale e la preoccupazione per una serie di concause, in primis la crisi alimentare e la strai geopolitica in Libia e in Tunisia, ha chiarito, porta a valutare la centralità dell’accoglienza dei profughi ucraini.
Il tutto in nome di un’Europa unita, solidale, ospitale, ricordando l’accordo raggiunto il 10 giugno tra 15 Paesi per un programma di redistribuzione dei migranti, che implica la nascita di una piattaforma informativa su cui ogni paese potrà garantire le proprie disponibilità per l’accoglienza.
Immigrazione e crisi alimentare, la posizione del Viminale
Non è la prima volta che Lamorgese parla in modo laconico del tema, né sono mancate in queste ore e giorni anche delle frecciate da diverse autorità della sfera politica italiana, anche di alto livello, proprio nei confronti della politica governativa in tema di accoglienza, distribuzione e non solo.
In effetti, a ben vedere, la titolare del Viminale è tornata ad affrontare il problema dell’immigrazione anche dopo questi recenti sviluppi critici globali, andando a sottolineare la situazione di concatenazione che ne deriva per tutti.
Partita dalla pandemia, acuita dall’invasione russa in Ucraina, la crisi alimentare e sociale non sembra avere fine. La ministra lo aveva già chiarito lo scorso 2 giugno in una lunga intervista al quotidiano Repubblica, in cui aveva ammesso l’urgenza di agire in fretta, per non trovarsi al cospetto di un’emergenza umanitaria con un aumento dei flussi migratori diretti in direzione delle frontiere della Ue, e in considerazione anche l’aumento degli sbarchi, che generalmente si registra in estate.