La risposta di Putin alle sanzioni dell’Unione Europea è stata repentina e particolarmente pesante. Anche l’Italia sta nella lista nera del Cremlino di quei paesi a cui vengono tagliati i rifornimenti di gas.
Alla fine è arrivata la notizia che in molti aspettavano e temevano: Putin taglia il gas all’Italia. Dopo il sesto pacchetto di sanzioni da parte dell’Europa è arrivata la scelta da parte della Russia di diminuire l’esportazione del loro gas in Italia. Una decisione che porterà ad una riduzione sostanziale delle forniture di gas nel nostro Paese.
L’Italia potrebbe quindi affrontare dei momenti piuttosto difficili a causa della decisione da parte della Russia. Famiglie e imprese, infatti, potrebbero dover subire parte del taglio, a causa di rincari e, soprattutto, razionamenti di energia. Ma ecco cosa potrebbe succedere.
Mentre Draghi, Scholtz e Macron volano in Ucraina per parlare con Zelensky, Putin taglia il Gas all’Italia e riduce le sue esportazioni. L’Italia, infatti, acquista gran parte del gas necessario al suo fabbisogno giornaliero per utilizzi civili e industriali. Va da sé che un taglio importante alle forniture provocherebbe danni difficilmente sostenibili. Si affacciano già le prime ipotesi che vedono politiche di austerity per prevenire un consumo eccessivo di gas: cambio delle lampadine in casa, lampioni della luce spenti già a mezzanotte, fabbriche funzionanti ad orari alterni e termosifoni accesi solo per pochissime ore al giorno. L’interruzione delle forniture di gas anticipatamente all’azione dell’Italia, che sta procedendo nel riempimento dei suoi stoccaggi, potrebbe provocare danni molto seri a tutto l’apparato civile e industriale. Se qualche settimana fa il prezzo sulla Borsa Ttf di Amsterdam era di 80 euro a Megawattora, oggi è salito a 122€, tanto da costringere l’esecutivo e pensare ad un intervento di circa 7 miliardi di euro.
Ma la situazione non si aggiusterebbe comunque. Essendo la Russia una dittatura, Putin ha la facoltà di tagliare il gas a suo piacimento. Una vera e propria arma che si rifletterà sull’aumento dei costi dell’energia e di tutti i beni legati a produzione, distribuzione e acquisto. Come già detto, l’obiettivo dell’Italia è quello di riempire gli stoccaggi entro novembre almeno fino al 90%. Tuttavia, ad oggi siamo al 52% e con il taglio delle forniture questo sembra essere, almeno per ora, un obiettivo molto difficile da raggiungere.