Il Nord Italia è in ginocchio per l’assenza di piogge. Il problema siccità peserà sulle tasche degli italiani.
Non bastavano il caro gasolio e l’aumento dei prezzi delle materie prime. Nelle tasche degli italiani adesso c’è un altro fattore che rischia di ridurre ancora di più il reddito a disposizione: la siccità. L’assenza di piogge che vede il nostro Paese, specialmente la zona della pianura padana, sta facendo aumentare ancora di più i prezzi dei prodotti agricoli venduti sul mercato. La crisi del settore agricolo è davvero ai massimi livelli. Il conflitto bellico tra Ucraina e Russia insieme al forte caldo sta mettendo in ginocchio tante aziende.
Perché con la siccità aumentano i prezzi?
La crisi climatica ha aumentato ancora di più i problemi del settore agricolo. L’assenza di precipitazioni sta distruggendo tantissimi prodotti di stagione creando problemi anche per la semina. Le temperature bollenti di queste settimane hanno avuto l’effetto di far aumentare ancora di più i prezzi. Le aziende agricole, perdendo gran parte del loro raccolto causa clima torrido, hanno difficoltà a reperire frutta e verdura.
Il rincaro è dovuto anche alla razionalizzazione dell’acqua che in questo momento è stata messa in atto dalle regioni settentrionali del nostro paese proprio per evitare sprechi in un periodo dove la scarsità dell’acqua è ai massimi livelli. Irrigare dunque un campo agricolo diventa molto più complicato e dispendioso economicamente per un produttore. L’acqua è un bene fondamentale per tutta l’agricoltura. Ci sono prodotti che ne hanno bisogno più degli altri per essere raccolti. L’utilizzo dimezzato dell’acqua imposto dalle regioni può essere una doppia beffa per l’agricoltura.
Caro gasolio e agricoltura
Il conflitto tra Ucraina e Russia aveva già dato una scossa importante ai prezzi dei prodotto agricoli. Le aziende hanno visto da un giorno all’altro un rincaro enorme di fertilizzanti e concimi, due elementi essenziali per far crescere il raccolto. In più anche la logistica ha un costo maggiore in quanto sul trasporto dai campi ai negozi all’ingrosso o dettaglio pesa il caro gasolio. A pagare questo salasso è il consumatore finale che sta diventando sempre più povero e con un potere d’acquisto quasi dimezzato rispetto a qualche mese fa.