Nonostante le sanzioni messe in atto contro la Russia di Putin, quest’ultimo riuscirà a punirci con luci e termosifoni spenti. Ecco cosa accadrà.
L’invasione russa in territorio ucraino sta avendo ripercussioni particolarmente pesanti per l’Europa. Nonostante le sanzioni messe in atto dalla Nato peraltro Putin riuscirà a punirci con luci e termosifoni spenti.
In quest’ultimo periodo si sta assistendo al taglio delle forniture da parte di Gazprom ad Eni. In particolare, infatti, è stato comunicato che su i pochi più di 60 milioni di metri cubi di gas richiesti, saranno forniti soltanto la metà. A tal proposito, qualche giorni fa, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha fatto sapere che questa decisione è stata resa necessaria per via di problemi riguardanti la manutenzione. In realtà, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi ha dichiarato di credere che le affermazioni di Peskov siano soltanto bugie che nascondo una realtà ben diversa: la Russia starebbe usando il gas a fini politici. Senza contare poi che il problema ancor più serio è rappresentato dagli stoccaggi. L’obiettivo è quello di giungere al 90 per cento della capacità entro l’inverno prossimo ma attualmente siamo solo a poco più della metà.
Il rischio più temuto è quello che Putin decida di interrompere le forniture di gas in maniera netta. In tal caso, si sta lavorando alla messa a punto di un piano di emergenza. Questo, in particolare, prevedrebbe alcuni limiti che riguardano le temperature massime da impostare così come l’illuminazione pubblica e così via. L’obiettivo è anche quello di diventare sempre meno dipendenti dal gas russo e nel caso diverse centrali a carbone potrebbero essere utilizzate per sopperire alla mancanza di fornitura russa. Ovviamente, il Governo sta prestando molta attenzione anche al costo dei carburanti che difatti è arrivato alle stelle. Tra le soluzioni che potrebbe contribuire a dare una boccata d’ossigeno ai tanti automobilisti che si trovano ad affrontare spese impreviste, ci sarebbe l’aumento dello sconto previsto sulle accise. Questo difatti potrebbe aumentare a 35 centesimi di contro ai 30 attuali. Sarà, inoltre, prestata particolare attenzione a coloro che svolgono attività che prevedono l’uso di autovetture come, ad esempio, gli autotrasportatori e i tassisti.