Il bonus di 200 euro di luglio potrà essere preso dai lavoratori dipendenti richiedendolo al datore di lavoro. Questo anticiperà i soldi del bonus e verrà poi compensato dallo Stato. Ma in che modo?
Per quanto riguarda il bonus una tantum si prende sempre il punto di vista dei lavoratori, ma che ne è degli imprenditori? I datori di lavoro devono anticipare i 200 euro, ma in che modo avviene il compenso dello Stato nei loro confronti?.
Andando a vedere gli slogan del bonus Draghi da 200 euro, i datori ai datori di lavoro verrebbero restituiti i soldi anticipati ai lavoratori al primo calcolo fiscale disponibile. C’è quindi da intuire che il compenso arriverà solo tramite contributi? Secondo il testo che regolamenta il bonus una tantum da 200 euro, dove sono scritte le modalità di erogazione, i lavoratori dipendenti possono richiedere il bonus solo se con un reddito non superiore a 35.000 euro e solo se non sono beneficiari di altri trattamenti pensionistici.
Per poterlo ottenere devono presentare al proprio datore di lavoro, oppure all’ufficio del personale, un modulo disponibile online di autocertificazione che attesti come il richiedente abbia tutti i requisiti necessari per il beneficio. Una volta raccolti i moduli, il datore di lavoro aggiungerà i 200 euro del bonus Draghi alla busta paga di luglio, nelle date e modalità previste dall’azienda. In seguito il datore di lavoro recupererà il credito maturato per ciascun lavoratore “attraverso la denuncia di cui all’art. 44, comma 9, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269”. Si tratta delc.d. flusso Unimens, ossia la denuncia mensile che l’azienda presenta all’INPS e contenente i contributi previdenziali liquidati riferiti ai dipendenti.
Da quei soldi che il datore di lavoro deve dare all’INPS per il pagamento dei contributi dei dipendenti verranno sottratti i soldi per il recupero del bonus al datore di lavoro stesso. Ovviamente l’INPS conterà come ricevuti i soldi dei contributi dei lavoratori. Il datore di lavoro recupera quindi i soldi del bonus anticipato ai suoi lavoratori solo tramite la compensazione dei contributi a debito da versare. Non può compensare con altre imposte.
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