Ancora caos per il Superbonus 110%. Ecco cosa sta accadendo nei cantieri a causa di un disastro già annunciato
Continuano le polemiche che hanno investito il Superbonus 110%, ancora problemi per una misura che risulta essere tra le più controverse del governo Conte II. Già da subito, infatti, è stata chiara la difficile sostenibilità della misura economica e in molti, ora, ne stanno analizzando le conseguenze.
Se ad inizio 2022 il governo aveva cercato di mettere una pezza limitando la cessione del credito, solo qualche settimana fa è arrivata la notizia della fine de fondi erogati per sostenere la misura. Ma non è finita: ad oggi i cantieri in corso sono quasi tutti a rischio.
Disastro nei cantieri: ancora problemi per il Superbonus
Da una grande occasione di rilancio economico per un settore strategico importantissimo per il nostro Paese, quello edilizio, si è passati all’intento di evitare che numerose imprese falliscano. Potrebbe essere questa la sintesi migliore della parabola del Superbonus, una misura che è passata da opportunità a minaccia.
Gli interventi del governo, infatti, mirano a fare in modo che i lavori iniziati nel 2021 possano proseguire, tutelando i posti di lavoro interessati e il fallimento delle aziende. Ovviamente, l’intento è quello di consentire a chi ha richiesto la strutturazione di veder terminati i lavori.
I dati ci dicono che il Superbonus ha causato uno sforamento superiore ai 400milioni di euro delle risorse inizialmente previste, le quali ammontavano a 33,3 miliardi. Con i crediti d’imposta bloccati, gli stessi contribuenti potrebbero trovarsi a dover perdere denaro a causa dell’impossibilità di terminare i lavori.
A partire dal 1° luglio, infatti, si prevede un rincaro dei costi a causa della svalutazione dei crediti. Dunque, aleggia nell’aria l’effettiva possibilità di non vedere mai terminati i lavori iniziati per la ristrutturazione della propria casa e, quindi, si apre la finestra su possibili sanzioni pecuniarie.
Ad oggi, infatti, le banche registrano serie difficoltà riguardo l’elevato numero di richieste di cessione dei crediti. A quanto pare gli istituti bancari non riescono più a pagarli a causa della presenza del vincolo di compensazione che prevede l’obbligo per gli operatori di ottenere crediti fiscali inferiori al livello di imposte e di contributi versati in banca.