Dopo il taglio del gas da parte della Russia, il nostro Paese è in piena emergenza: ecco che cosa farà in inverno il governo per riscaldamento, luce e gas
È notizia di oggi il taglio del 50% delle forniture di gas all’Italia da parte di Gazprom, azienda energetica sotto il controllo del governo russo. La situazione, dunque, continua ad essere sempre più critica, mentre le tensioni internazionali iniziano a causare pesanti conseguenze in tutta Europa.
Dopo il taglio di ieri, e l’annuncio di un’ulteriore diminuzione delle forniture, si prospettano scenari particolarmente duri per cittadini, imprese e lavoratori nei mesi a venire. Ecco cosa sta pensando di fare il governo riguardo il riscaldamento, la luce e il gas.
È in preparazione il piano di emergenza che il governo metterà in atto dopo il taglio delle forniture di gas russo nei confronti del nostro Paese. Nella giornata di ieri, Eni ha comunicato che Gazprom fornirà solo il 50% della fornitura giornaliera richiesta, che ammonta a circa 63 milioni di metri cubi.
Aumenta dunque la preoccupazione da parte del governo che si sta preparando all’eventualità che la Russia decida di tagliare ulteriormente le forniture, lasciando il nostro Paese senza energia. Nel caso in cui Putin dovesse decidere di fermare del tutto i flussi mancherebbero all’appello circa 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno per rispondere al fabbisogno giornaliero del nostro Paese.
Il governo, quindi, procederebbe con un piano di emergenza che avrà l’obiettivo di ridurre drasticamente i consumi di gas. Dunque, ci sarà il via libera per le misure di limitazione all’utilizzo del riscaldamento in uffici pubblici e case private, stabilendo una temperatura massima e una riduzione del funzionamento giornaliero. Inoltre, la luce pubblica sarebbe fortemente limitata, con lo spegnimento di lampioni e altre luci con grande anticipo.
Intanto si sta già pensando al ripristino delle vecchie centrali a carbone per garantire un aumento della produzione energetica nazionale, posticipandone la chiusura inizialmente fissata al 2025. Inoltre, sono già iniziati gli incontri (e i primi accordi) per aumentare le forniture di gas per gli altri Paesi: tra questi ci sono Algeria, Azerbaigian e Libia.
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