Si torna a temere per lo Spread: in Italia, analisti di finanza temono che la BCE possa usare lo spread come arma di pressing sull’Italia di Draghi in un momento difficile come quello attuale. L’aumento dei tassi è un evidente segnale. Cosa sta accadendo?
La BCE ha dichiarato ufficialmente il rialzo dei tassi senza varare alcuno freno contro lo spread. E’ un sistema, questo, che secondo molti esperti del settore, può significare un inasprimento della pressione sul nostro Paese. Che cosa può portare, quali conseguenze?
Il meeting del board BCE dei giorni scorsi ha portato a una svolta certo non positiva per l’Italia. L’istituto ha dichiarato il rialzo dei tassi a partire dal luglio, la fine del “quantitative easing” dopo giugno e non si è parlato un granché quanto alla frammentazione monetaria.
Di sicuro, non è emerso molto in relazione allo scudo contro lo spread di cui si discute da tempo. I mercati hanno avuto evidenti reazioni alla novità: netti cali delle borse, rendimenti in palese rialzo e spread in estensione. L’esito di questa riunione è stato così mal accolto, che sarà dura immaginarsi svolte in positivo nel breve.
La situazione del debito italiano e lo spread
Dall’Europa non ci sono grossi segnali in favore degli investitori. Lo scudo anti-spread mancante può significare che in seno alla Bce non ci sia ancora un accordo di sorta sul tema e su tanti altri, ma non è tutto qui. E’ in qualche modo un segnale di differenze profonde tra il Nord Europa e l’Italia, in ottica rimodulazione della situazione debitoria e sulla fiducia dei mercati, se non altro.
Appare però improbabile che la BCE non agisca qualora gli spread andassero fuori traiettoria. In bilico vi è infatti la stabilità finanziaria e degli stessi equilibri nell’Eurozona. Dopo il 2011 e i suoi strascichi è impensabile non dare valore a un debito sovrano, del singolo Stato, come un segnale di debolezza di tutto il territorio europeo.
Secondo alcune interpretazioni, la BCE interverrebbe, in occasione di una ulteriore frammentazione monetaria, sulla parte breve delle curve dei bond in crisi: vale a dire comprerebbe BTp a 2 anni, la scadenza che più rifletterebbe le condizioni monetarie. Si obietta, però, che questa contingenza possa essere già sopraggiunta adesso.
Spread, pressione sugli italiani
Lo spread è balzato oltre 230 punti base in Italia, e dunque ci si domanda fino a dove dovrà elevarsi per indurre Christine Lagarde e l’Europa ad intervenire?
In sostanza, se la BCE si fiondasse a domare le ‘fiamme’ adesso, secondo molti interpreti della problematica finanziaria, vista dalla prospettiva europea, l’Italia potrebbe non mettersi a norma. Avere chi ti risolleva e ti aiuta malgrado tutto potrebbe non essere un buon segnale anche per altri Paesi in affanno.
L’Italia ha senza dubbio necessità di supporto, ma anche di essere riconsiderata (all’interno) e in un contesto nel quale un decennio di spread tenuto sotto controllo proprio dalla BCE di Mario Draghi, non ha comunque prodotto sostanziali stravolgimenti di mentalità prospettica.
La BCE vuole che tutti i governi dell’area siano autonomi, e il suo principale obiettivo è mantenere l’inflazione sotto controllo. Dunque, i conti pubblici devono essere solidi per reagire agli ostacoli possibili: ma secondo molti, in seno all’Ue, l’Italia Draghi brucia miliardi su miliardi in sussidi come nell’era Giuseppe Conte. E il debito pubblico è salito al 150% del PIL.