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Incubo benzina a luglio. E questa volta Draghi ha le mani legate

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Riccardo Magliano

Il rincaro del prezzo del carburante tocca vette tanto preoccupanti da non essere risolvibile. Con altre spese di cui tener conto il Governo si trova a dover prendere una decisione difficile.

Il taglio delle accise decisa dal Governo per mitigare l’aumento del prezzo sulla benzina comincia a non avere più valore. Nonostante i tagli, il costo del carburante rimane intorno ai 2 euro.

La questione dei rincari della benzina si sta facendo insostenibile. Tra tutti i rincari arrivati come conseguenza della guerra, questo è sicuramente uno dei più importanti, e che si trascina dietro altri problemi. Già a marzo il prezzo della benzina e del disel erano saliti sopra la soglia dei 2 euro al litro, così era stato deciso il taglio delle accise per 30 centesimi sul prezzo della benzina. La situazione era tornata sotto controllo, ma solo momentaneamente.

Facendo un giro tra i principali distributori è possibile notare come, nonostante il taglio non sia ancora scaduto, il carburante sia tornato a costare intorno ai 2 euro al litro. La benzina, in particolare, è mediamente già sopra la soglia dei 2 euro al litro, mentre il disel è di poco al di sotto. Il rincaro del prezzo del petrolio e del gas ha quindi superato i limiti della riduzione delle accise sul carburante. Contemporaneamente all’aumento del prezzo del carburante, altri aspetti legati al conflitto in Ucraina preoccupano il Governo. L’aumento dell’inflazione si sta rapidamente guadagnando il posto di principale problema economico attuale, visto che è a causa di questo fenomeno che aumentano i prezzi agli scaffali dei supermercati. In seguito alla decisione della BCE sull’innalzamento dei tassi d’interesse, poi, è tornato a crescere anche lo spred, altro indice fonte di preoccupazione.

Per quanto il problema del costo del carburante persista, il Governo si trova di fronte a priorità più ingombranti. Con la scadenza del taglio sulle accise fissato all’8 luglio 2022, una riconferma dello sconto di 30 centesimi non è da dare per scontata. Le entrate delle accise sul carburante sono molto importanti per rimpinguare le casse dello Stato e raccogliere fondi da destinare ad altri tipi di aiuti. Inoltre c’è un problema di tempistiche, con la data di scadenza così vicina è plausibile che il Governo non abbia il tempo necessario per pensare ad un rinnovo. Se questo dovesse essere il caso, il prezzo del carburante schizzerebbe istantaneamente a 2,30 euro al litro.

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