Il carburante ha ormai raggiunto l’irragionevole prezzo di oltre 2 euro al litro. La situazione non accenna a migliorare, e prima che lo faccia dovremo affrontare il peggio.
La situazione economica attuale, in Italia come nel resto d’Europa, è strettamente legata all’andamento della guerra in Ucraina e alle mosse di Putin. Il leader della Federazione Russa sta tenendo in pugno l’intera Europa grazie al grano.
Sta venendo ribattezzata “guerra del grano” quella che viene combattuta, non tanto tra i russi e gli ucraini, quanto tra Putin e l’Unione Europea. L’Unione ha mostrato subito la sua ostilità contro l’invasione russa nella regione Ucraina del Dombass, e ha reagito con una serie di sanzioni economiche contro la Russia. Questo doveva, nei piani, servire a limitare la capacità della Federazione Russa di mantenere troppo a lungo il fronte aperto, visto che la già fragile economia russa non avrebbe potuto reggere in eterno alle pressioni economiche occidentali.
La Russia di Vladimir Putin, però, non si è fatta trovare impreparate. Le mosse economiche decise dal leader, come la chiusura dei capitali all’interno del paese e la pretesa dei pagamenti in rubli dei rifornimenti di gas naturale, hanno permesso all’economia russa di reggere oltre il tempo che l’Occidente si sarebbe aspettato. Adesso Mosca ha in mano un’altra arma da utilizzare contro l’Unione Europea: il grano. Come conferma il professor Timothy Snyder, dell’Università di Yale, la mossa di Putin di tenere ferme le 20 tonnellate di grano stipate nel porto di Odessa potrebbe mettere in ginocchio tutto l’Occidente. L’Ucraina è uno dei principali esportatori di grano al mondo. Circa il 10% di tutto il grano che viene utilizzato in tutto il mondo viene dai campi ucraini, e il porto di Odessa è lo snodo fondamentale per il commercio.
Secondo Snyder il piano di Putin è interrompere questi traffici in modo da affamare una buona fetta di paesi in tutto il mondo, in particolare i paesi africani. Questo innescherebbe una nuova ondata di migrazioni verso l’Europa. Senza contare il fatto che la mancanza del grano ucraino mette in seria difficoltà anche l’Europa stessa, che si trova già ora sottratta una materia prima fondamentale. Questa mossa serve a mettere quanta più pressione possibile sull’Europa, per far si che rilascino le sanzioni economiche in cambio dello sblocco del grano ucraino dal porto e la ripresa dei traffici. Un ricatto in piena regola.