Sono in molti a chiedersi che cosa possa o stia per accadere, in merito al Bonus 200, a chi si trova in una condizione di lavoro fondata sul part time. Cosa capita in busta paga, quali sono le differenze tecniche e sostanziali? Andiamo a vedere.
Da più parti, in questi giorni, si continua a parlare della grande importanza del Bonus 200 che i lavoratori ricevono in busta paga: ma che cosa sappiamo in merito a ciò che succede per il part-time? Il bonus arriva intero o dimezzato o ci sono delle differenze?
Come ben noto, in questo periodo di crisi economica, il governo Draghi, su impulso di quella che è vista come una sostanziale e fattiva crisi economica, è stata maturata una forma di sostegno per le famiglie, corrispondente al versamento di un contributo di 200 euro una tantum sui conti di lavoratori, pensionati, percettori del reddito di cittadinanza e non solo.
La procedura è figlia un po’ della lunga fase di pandemia, un po’ dei rincari dovuti alla guerra in Ucraina e in generale da un crescendo dell’inflazione che ha depauperato molto del potere d’acquisto degli italiani: l’obiettivo è dare una piccola, ma comunque utile, mano per affrontare qualche spesa, in una fase di aumenti, bollette esose, e difficoltà lavorative.
Ma che cosa accade a coloro che hanno un contratto di lavoro part-time, il bonus 200 euro busta paga vale uguale, o in alternativa ne spetta solo una parte? Vediamoci chiaro.
Come risaputo il bonus 200 euro busta paga “una tantum” viene pagato con erogazione sul conto ai lavoratori nel mese di luglio. E’ il datore di lavoro a fare in modo di anticiparlo al lavoratore e poi a recuperarlo con la compensazione.
Molti hanno avanzato un dubbio nel merito: se nel caso di contratto di lavoro part-time il beneficio sarà part time a sua volta oppure si riceve per l’intero.
Partiamo da alcuni dati semplici per capire il funzionamento, e in modo particolare dai requisiti per il bonus 200 euro da ricevere in busta paga. La nota disposizione normativa prevede un’indennità unica (di 200 euro) in beneficio dei lavoratori dipendenti. Per averne diritto è necessario che siano rispettati alcuni requisiti.
In particolare, non bisogna essere titolare delle prestazioni relative al decreto Aiuti che fanno capo a reddito cittadinanza, NASPI, pensione. Poi, di aver beneficiato dell’esonero contributivo dello 0,8% indicato dall’articolo 1, comma 121, della Legge n. 234 del 2021 nel primo quadrimestre 2022 per una mensilità.
Il bonus 200 euro busta paga sarà erogato dall’azienda. Il lavoratore non dovrà fare alcuna richiesta, limitandosi a dare al datore di lavoro un’autocertificazione in cui dichiara il possesso dei due requisiti. In questa autocertificazione dichiara anche di impegnarsi a non dichiarare ad altri datori di lavoro di averne diritto all’indennità. Il bonus, del resto è godibile per una sola volta, anche in presenza di più rapporti di lavoro. Il modello di autocertificazione bonus 200 euro busta paga lo si può trovare nell’approfondimento dei consulenti del lavoro.
Quanto al dilemma di cui sopra, la risposta è semplice: il beneficio spetta per intero anche a lavoratore con contratto part-time.
Il bonus, pertanto, non sarà dimezzato. L’art. 31 del decreto Aiuti afferma con chiarezza che l’indennità spetta ai “lavoratori dipendenti” senza distinguere la tipologia di contratto.
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