E’ stato concesso il via libera alle pensioni cumulabili con i redditi. Scopriamo insieme cosa significa e soprattutto cosa comporta.
Ci sono importanti novità in materia di pensioni e cumulabilità. A tal proposito può essere utile sapere cosa cambierà nei prossimi mesi e in particolar modo cosa significa che è stato concesso il via libera alle pensioni cumulabili con i redditi.
Stando alla disciplina introdotta nel 2001, coloro che sono titolari di una pensione di invalidità o anche quella di vecchiaia possono cumularle con il reddito derivante dal lavoro dipendente o anche autonomo. Questo vale però in presenza di un’anzianità contributiva uguale o superiore ai 40 anni. Oggi, la legge in vigore prevede ugualmente tale cumulabilità tuttavia stabilisce un limite fissato al 70% per quanto concerne i guadagni derivanti da lavoro autonomo, mentre la percentuale scende a 50 nel caso di lavoro dipendente. La cumulabilità peraltro è prevista per intero in presenza di un’anziani contributiva superiore ai 40 anni. Va precisato che l’INPS prevede che per andare in pensione è necessario raggiungere l’età stabilita dall’ordinamento a cui fa riferimento colui che beneficia della prestazione pensionistica.
Ad ogni modo se la riforma sulla quale sta discutendo il Governo non dovesse andare in porto si assisterebbe ad un ritorno tanto temuto della legge Fornero. In tal caso, per gli uomini si avrebbe accesso alla pensione solamente a partire dai 67 anni di età e con almeno 43 anni di contributi, mentre per le donne con 42. Va detto, comunque, che la predetta riforma non trova il consenso del Governo e neppure del Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Quest’ultimo, in particolare, ha fatto leva sulla possibilità di introdurre il pensionamento a rate. Esso consisterebbe nella possibilità di andare in pensione a 63 anni per chi lavora col sistema misto. Secondo Tridico, difatti, nel caso di una sua introduzione si assisterebbe ad un ammortizzamento dei costi e dunque ad una maggiore garanzia di tenuta del sistema. Ciò detto, non resta che attendere quale sarà la decisione in merito da parte del Governo che, come abbiamo accennato poc’anzi, nel caso in cui non dovesse arrivare comporterebbe necessariamente il ritorno della Legge Fornero che non trova il consenso neppure dei contribuenti italiani.
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