Mentre in Europa si parla di salario minimo da introdurre negli stati membri salta fuori anche la proposta di una pensione minima. Vediamo a che punto siamo con le discussioni.
In questo periodo l’Unione Europea sta discutendo sulla possibilità di introdurre il salario minimo. Questo argomento traina dentro anche un’altra proposta: quella della pensione minima, che sta venendo vagliata in queste ore.
A differenza del salario minimo, che molti stati sono restii a implementare, la pensione minima esiste già in molti stati europei da tempo. In Italia, al contrario di come potrebbe suggerire il nome, la pensione minima non è una prestazione di misura inferiore che chi non ha raggiunto i requisiti per la pensione per età può prendere. In realtà la pensione minima non è neanche una prestazione a se stante. Si tratta di un’integrazione al trattamento minimo che spetta a chi riceve una pensione di importo molto basso. Quindi non è una pensione che viene data a chi non ha raggiunto la pensione per età o contributi, ma un’integrazione per chi ha una pensione più bassa della media. Non si riceve a prescindere, ma occorre necessariamente aver raggiunto i requisiti per la pensione regolare e averla ottenuta. Al momento la pensione minima in Italia è fissa a 486 euro al mese.
Le stesse cifre si riscontrano anche in altri paesi, come Francia e Germania, ma è proprio questo il punto che crea il divario. A parità di importo della pensione minima, i pensionati italiani hanno meno potere d’acquisto rispetto a quelli francesi o tedeschi, perciò risultano penalizzati. Questo è uno dei motivi per cui è così difficile trovare una soluzione unitaria di tutti i paesi dell’Unione sul tema della pensione minima.
Un altro aspetto a creare tensioni nelle discussioni è quello dell’età pensionabile. In media i cittadini europei vanno in pensione di vecchiaia a 63 anni. Qui il divario con l’Italia, ancora sottoposta alla legge Fornero, è abissare, visto che qui si va in pensione a un’età minima di 67 anni. Questo senza contare le l’età pensionabile aumenterebbe ancora in futuro. L’obiettivo dell’Unione Europea in questo momento è quello di appianare le diseguaglianze, sia al livello sociale dei singoli cittadini, sia tra uno Stato e l’altro.