Novità importanti in merito all’Assegno unico, perché si cambia, e anche parecchio: chge cosa succede dopo il 30 giugno? Cosa dobbiamo aspettarci, quali le novità? Ecco tutti i chiarimenti del caso che interessano i cittadini.
Allo stato attuale delle cose, il 23% delle famiglie ha diritto alla cosiddetta quota minima da 50 euro al mese relativa all’assegno unico. La prima data spartiacque dei nuovi cambiamenti è quella del 30 giugno: da tale giorno in poi non si avrà più diritto agli arretrati dei mesi primaverili. Ecco che cosa dobbiamo considerare e tenere a mente.
L’assegno unico è partito, come ben sappiamo, nel mese di gennaio: ma è la data del 30 giugno 2022 la vera dead line, se vogliamo definirla così, che va a concludere quello che può esser visto come un periodo di prova. Come mai? Cosa succede? E’ semplice.
Dal 30 giugno l’assegno diventa appena quello mensile, e non si potranno più ottenere arretrati. Ecco i motivi e cosa memorizzare nel merito.
A inizio anno è stato inaugurato il nuovo protocollo relativo all’assegno unico e universale, il nuovo supporto economico relativo alle famiglie che incorpora tutti i precedenti assegni familiari, ma anche le detrazioni Irpef e bonus vari in un unico versamento.
Le famiglie con Isee fino a 15 mila euro, che corrisponde a circa il 50% della platea, ottengono il valore massimo dell’assegno: 175 euro al mese per ogni figlio minorenne e per i nuovi nati, a partire già dal settimo mese di gravidanza.
Questa cifra segue l’aumento del livello del reddito e si riduce man mano fino alla soglia minima di 50 euro a figlio in base di un Isee pari o superiore a 40 mila euro. Sono indicate integrazioni per le mamme under 21 e i nuclei numerosi.
I figli maggiorenni e fino a 21 anni, in situazioni di Isee sotto a 15 mila euro, hanno un supporto di 85 euro se stanno studiando o sono disoccupati o hanno un lavoro con reddito sotto agli 8 mila euro annui. Attualmente sono state inviate all’Inps 5 milioni di domande per un totale di 8 milioni di figli per l’assegno unico. A quanto si evidenza, una famiglia su quattro (il 23%) ottiene la quota minima, pari ai 50 euro al mese per ogni figlio.
Da marzo tutti quelli che hanno presentato domanda di assegno unico si sono visti ridurre le misure già in atto, ottenute in busta paga dai lavoratori dipendenti e sotto la forma classica di detrazioni fiscali per i figli a carico e assegni al nucleo familiare.
Questo perché, come visto, sono state inserite tutte nell’assegno unico. L’Assegno è tuttavia compatibile altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle regioni, province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali e pure con il Reddito di Cittadinanza e il bonus asilo nido.
Chi farà domanda entro giugno, al 30 del mese avrà sempre diritto agli arretrati a decorrere dal mese di marzo. In tal caso l’Inps, riconoscerà quanto dovuto entro 60 giorni dalla domanda. Se, invece, la presentazione dell’istanza verrà fatta dal 1° luglio in poi, la misura decorrerà dal mese successivo a quello della domanda stessa, non contando arretrati.
Dunque, solo la presentazione della domanda entro il 30 giugno 2022, consente di avere i pagamenti anche per le mensilità arretrate dal mese di marzo: dopo tale scadenza l’Inps non riconoscerà più gli arretrati.
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