Con l’inflazione ancora in aumento, i prezzi delle merci sempre più alti e il potere d’acquisto sempre più basso, 200 euro non bastano più. Il Governo al lavoro su una soluzione contro l’attuale crisi.
L’impennata esponenziale dei livelli di crisi riscontrata nell’ultimo periodo ha preso alla sprovvista persino il Governo. Con una prima mandata di aiuti pronti per essere lanciati, il premier Mario Draghi e il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, devono di nuovo fare i calcoli.
L’idea iniziale del Governo Draghi rispetto a questa crisi era quella di avanzare a piccoli passi. Non si ha una reale idea di quanto questa situazione di crisi possa andare avanti, né quanto grave possa diventare. Per questo motivo il Governo ha previsto una serie di bonus per aiutare la popolazione, ma questi sono stati rilasciati poco per volta, in modo da non eccedere nel prelevare dalle finanze statali. Uno degli obiettivi del Governo è infatti quello di mantenere basse le spese dello Stato, in modo da poter applicare quelle riforme in programma.
Quello che non ci si poteva aspettare era un’ecalation così repentina delle problematiche del conflitto in Ucraina. Prima le sanzioni alla Russia, con conseguente aumento del costo dei combustibili fossile, poi la crisi del grano, stanno facendo schizzare alle stelle i prezzi sugli scaffali e alle pompe di benzina. Un esempio perfetto è proprio il prezzo della benzina, che attualmente orbita intorno ai 2 euro al litro, nonostante i tagli delle accise. Un aggravamento così significativo della situazione impone una nuova tranche di aiuti.
Il Governo ha comunque intenzione di osservare l’evolversi della crisi ancora per un mese prima di parlare di nuovi aiuti. Inoltre in mezzo ci sono le riunione del Consiglio Europeo. La ferma intenzione di Draghi è quello di discutere con l’Europa di una strategia condivisa contro questa crisi, che dovrà essere decisa insieme agli altri stati membri dell’Unione. Italia e Francia hanno già proposto il varo di un nuovo meccanismo di aiuti. Si tratterebbe di un recovery energia di guerra con cui far fronte alla crisi sia energetica che alimentare. Tuttavia la proposta è ancora in discussione e non ci sono molte speranze di essere accontentati.