Continuano ad aumentare i prezzi e i rincari di carburante ed energia non si fermano. Ecco quali sono le cose a cui dovrai rinunciare
La guerra in Ucraina non accenna a finire, così come i rincari dei prezzi. Arrivati ormai a giugno, infatti, il costo della vita è schizzato alle stelle e all’orizzonte non si intravede il momento in cui si potrà tornare al momento prebellico. Il futuro, infatti, non promette nulla il buono su questo fronte.
Il caro vita sta affliggendo ormai da mesi le tasche degli italiani e, se c’era chi sembrava ottimista sul miglioramento della situazione con l’arrivo dell’estate, in molti dovranno ancora fare i conti con questa difficile situazione. Ecco, infatti, quali saranno i prodotti a cui forse bisognerà rinunciare per un po’ per via dell’incredibile aumento dei prezzi
Rincari: ecco a cosa bisognerà rinunciare
Anche questo sarà un mese in cui si dovrà stringere la cinghia. I prezzi al dettaglio, infatti, hanno fatto registrare nuovi aumenti, sfiorando cifre mai viste Secondo Assoutenti, infatti, ci sono stati incrementi dei prezzi tra il 70% e il 100%. Una situazione che sta rendendo sempre più difficile la vita degli italiani.
Sono molti i prodotti che hanno visto considerevolmente aumentare il proprio costo, e il portafoglio degli italiani ne sta risentendo parecchio. I rincari dell’energia hanno infatti fatto registrare un +73,5%, mentre hanno visto un aumento dei prezzi in maniera esponenziale l’olio di semi (+70,2%), il gas (66,3%), Gpl e metano (43,6%) e gasolio per i dispositivi di riscaldamento (+47,5%).
Ma non sono solo i settori energetici ad essere colpiti e a registrare i rincari maggiori. Prezzi altissimi si sono fatti sentire anche in altri comparti, come quello alimentare. A far registrare l’aumento più alto (come detto prima) è l’olio di semi (70,2%), ma crescono vertiginosamente i prezzi di burro (+22,6%), farina (+18,6%), pasta (+16,6%), pollo (+13,8%), uova (+12,3%) e gelati (+11,2%).
Notevoli rincari dei prezzi sono stati registrati anche per quanto riguarda il settore dei trasporti – particolarmente importante per l’economia del nostro Paese – (gasolio +25%; traghetti +22,7%; affitto posti auto +22,1%; voli nazionali +21,4%; esami di guida +16,1%; benzina +13,19%) e quello del turismo (affitti alberghi e pensioni +14,1%; pacchetti vacanza all’estero +8,6%; fast food e ristorazione +5,2%; ristoranti e bar +4,6%).