Sul tema delle punizioni per gli evasosi fiscali si esprime il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini. Non conviene tenerli in carcere? Che lavorino per la comunità.
A ridosso dell’uscita del suo ultimo libro, Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate si esprime in maniera pragmatica sul tema delle punizioni per gli evasori fiscali.
“In Italia” dice Ruffini “ci sono 19 milioni di persone che hanno debiti con il Fisco (…) Le abbiamo individuate, ma conviene tenerle tutte in cella?”. Il problema di evasione fiscale nel nostro paese è particolarmente grave. Come fa notare Ruffini, al momento il Fisco ha individuato 19 milioni di persone con almeno una cartelle esattoriale, corrispondente a un debito con il Fisco. Di queste circa 16 milioni sono persone fisiche, mentre 3 milioni sono società, aziende e partite IVA. Gli interventi del Governo con le proroghe della Pace Fiscali e la Rottamazione ter hanno aiutato a mitigare la situazione, che però resta tragica.
Secondo quanto riportato da Ruffini circa 3 milioni di debitori hanno aderito alla Rottamazione ter e alla pace fiscale. Da questi debiti sono stati ricavati circa 20 miliardi di euro per le casse dello Stato, ma all’Agenzia delle Entrate ci sono ancora oltre 1.000 miliardi di euro di debiti non ancora riscossi, e in gran parte non riscuotibili. Questo perché molti di quei debiti sono vecchi di 20 o 30 anni, appartenenti a persone decedute, società o aziende fallite o in via di fallimento. La soluzione che propone Ruffini è piuttosto semplice: costringere chi ha debiti col Fisco a pagare. Un inasprimento, dunque, dei già pesanti poteri del Fisco nel poter riscuotere i soldi che gli si devono.
Al netto della posizione di Ruffini, resta il problema di come punire chi non paga le proprie tasse. Secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate la pena detentiva è, pragmaticamente parlando, non conveniente. Secondo Ruffini mettere in carcere gli evasori fiscali, come abbiamo visto numerosissimi, peggiorerebbe soltanto la già difficile situazione delle carceri italiane. Queste sono infatti da anni sovrappopolate, spesso in condizioni di degrado e con pochi fondi a disposizione per mantenere tutti i detenuti. Si tratta di una soluzione che non conviene a nessuno, visto che, paradossalmente, lo Stato si ritrova a spendere ancora più soldi per mantenere persone che gli devono dei soldi. Secondo Ruffini la soluzione migliore sarebbe fare in modo che gli evasori continuino a lavorare per ripagare il proprio debito con la società.