Potrebbe arrivare una svolta per tanti cittadini: quella relativa al salario minimo. La tanto attesa e auspicata novità potrebbe davvero cambiare la vita a molti. Ma cosa può succedere davvero?
In questi giorni si sta parlando decisamente con maggior consistenza del cosiddetto salario minimo. A livello politico infatti si registra l’apertura da parte del PD in relazione a nuove possibili strade, in tal senso. Vediamo quali.
In seno al parlamento da tempo diverse forze politiche stanno avanzando l’ipotesi di poter parlare in concreto del salario minimo, per arrivare ad una possibile legge che sia in grado di introdurlo. Ma cosa bolle in pentola per davvero?
Quel che di certo sappiamo bene è che di salario minimo in Italia si parla di fatto da tanti anni. Mentre in diverse nazioni dell’Unione Europea e non solo delle simili misure sono state già introdotte, in Italia siamo ancora lontani da tutto ciò. Al momento, quel che sappiamo è che la stra-grande maggioranza di coloro i quali sono inseriti nel mercato del lavoro rientrano in un discorso nel quale la contrattazione delle retribuzioni ai lavoratori è regolamentata dai contratti collettivi nazionali (CCNL).
Ad oggi nel nostro paese non vi è un protocollo o un indirizzo normativo che possa assomigliare o anche solo veicolare dei discorsi (futuribili) relativi all’introduzione del salario minimo. Si parla sempre di contrattazioni collettive, ma questo è un percorso giuridico parecchio diverso dal concetto di minimo salariale in quanto tale, così come concepito all’estero, almeno.
Salario minimo, cosa può succedere
Ricapitolando, in Italia non vi è il salario minimo garantito. La contrattazione collettiva e i CCNL va in sostanza a coprire l’80% dei lavoratori e delle lavoratrici tramite la discussione tra le componenti in relazione alle retribuzioni quando si deve arrivare alla firma del contratto
Ora: la proposta del salario minimo è di per sé divisiva tra le differenti forze politiche e i sindacati, ma questo non vuol dire che non ci siano proposte sui tavoli. Tra queste, in particolare l’introduzione di un salario minimo sopra ai 9 euro all’ora. Questo in quanto, come indicato dall’INPS, in alcuni settori particolari – specie nei servizi alle imprese e nei servizi di alloggio e nei ristoranti – la retribuzione si trova oggi al di sotto dei 9 euro lordi.
Di recente il Pd, per bocca del suo leader Enrico Letta, ha detto che troppi lavori poveri sono la regola, “soprattutto per i giovani”. Per cui, in nome della dignità dei lavoratori occorre anche superare la pur interessante pratica del Reddito di cittadinanza per parlare di salario minimo.
Salario minimo e reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza non deve essere vincolato alle politiche del lavoro. Il discorso del salario minimo in effetti ha una importanza cruciale in relazione ad alcuni settori ed è un tema di cui discutere. Va analizzare la posizione di Draghi, ma anche delle varie componenti del Governo attuale, in una particolare ottica prospettica che guardi ai prossimi appuntamenti non solo elettorali, ma anche relativi ai fondi europei di cui anche l’Italia è beneficiaria.
Alcuni percorsi di evoluzione sociale e economica del Paese, come per appunto il salario minimo, per molti addetti ai lavori rappresenterebbe una svolta non solo per la vita dei singoli che ne andrebbero a beneficiare ma anche, come si evince, per l’economia nazionale.
Una maggiore liquidità, specie se in tempi post-crisi, potrebbe favorire una progressiva crescita delle spese, non solo quelle ordinarie e impellenti, ma anche relative ad altri comparti al momento in sofferenza.