La crisi senza fine dei prezzi di benzina e diesel, che continuano ad aumentare, sta preoccupando cittadini e associazioni di categoria. I rialzi dei carburanti non sembrano fare eccezioni, e a causa della guerra, non c’è tregua.
Come fare a risolvere il problema dell’aumento dei prezzi dei carburanti al distributore? Il costo della benzina e del diesel continua ad aumentare, e senza interruzioni di continuità. I rialzi alla pompa per i carburanti di alcune grandi imprese fanno pensare, e preoccupare, in termini di un aumento generalizzato e fuori budget per moltissimi cittadini.
Uno degli esempi di riferimento è Eni che ha aumentato di tre centesimi al litro i prezzi consigliati della benzina e di due cent/litro il gasolio. Ma sono in aumento anche i prezzi di altre aziende.
Sono davvero continui i rialzi alla pompa per i prezzi dei carburanti con l’esempio di cui sopra a più tre centesimi al litro per benzina e di due cent/litro per gasolio. Stesse o analoghe le sorti con IP con un rialzo di un cent/litro su benzina e gasolio. In buona sostanza i competitor petroliferi sono in una fase in cui il costo, per il cittadino medio, è di fatto in un preoccupante crescendo.
Le medie dell’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico indicano la benzina self service a 1,900 euro/litro, diesel a 1,820 euro/litro, mentre il Gpl è a 0,831 euro/litro, con il metano servito a 1,849 euro/kg e Gnl 2,084 euro/kg.
I rialzi dei carburanti non sono un dramma per le tasche dei soli italiani. Basti pensare al mercato della Cina, dove i prezzi al dettaglio di benzina e diesel saliranno in modo corposo nelle prossime ore stando a quanto detto dal massimo responsabile della pianificazione economica del Paese.
A causa delle continue variazioni dei prezzi internazionali del petrolio, i listini al dettaglio di benzina e diesel aumenteranno laggiù di 400 yuan (circa 59,66 dollari Usa) e 390 yuan per tonnellata, secondo la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma.
Dunque la benzina continua a salire dovunque, nonostante lo sconto e i provvedimenti governativi, almeno qui in Italia. Ma cosa può succedere, e quanto possono salire, e cosa e chi può fungere da deterrente in tal senso?
L’aumento dei prezzi di benzina e diesel nonostante lo sconto taglia accise di 30,5 cent al litro, valido fino al giorno 8 luglio, sta spaventando i cittadini. La media nazionale per la benzina self ha raggiunto gli 1,9 euro al litro mentre sul prezzo della servita si arriva oltre i 2 euro.
Si è già dunque ai prezzi pre-guerra malgrado lo sconto che saluterà tutti l’8 luglio: senza una nuova proroga o nuove misure, si rischia di non poter più andare al distributore e peggio ancora, fare un pieno. Dietro i rincari vi è l’aumento delle quotazioni internazionali, con il Brent in ascesa a 116 dollari.
Il rischio per le vacanze estive, e anche per l’autunno, è di finire nell’impossibilità di metter carburante nell’auto. La guerra in Ucraina, ma altrettanto le speculazioni denunciate dalle associazioni non lasciano molte speranze per le prossime settimane e il pericolo di rialzi è altissimo. Con la stagione calda, milioni di italiani si sposteranno per andare in vacanza e viaggiare in auto potrebbe essere un salasso.
Se il governo non estenderà lo sconto a luglio, potrebbe essere così pesante per le famiglie che tanti altri comparti, dal settore turistico in giù, rischiano di pagare dazio. E si rischia anche un nuovo sciopero degli autotrasportatori. Lo scenario migliore, è che il governo proroghi lo sconto di 30 centesimi per contenere i prezzi.
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