Verifiche fiscali, arriva l’intelligenza artificiale. I controlli saranno sempre più invasivi per individuare i soggetti a rischio.
Il Fisco aumenta i controlli sui contribuenti. L’Italia è tra i paesi europei con la più alta pressione fiscale. La lotta all’evasione fiscale è uno dei punti cardine del Governo Draghi che ha previsto nuove misure più stringenti per scovare i furbetti delle tasse. Tra le novità in arrivo c’è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte dell’Agenzia delle Entrate per rintracciare gli evasori fiscali.
Intelligenza artificiale: cosa cambia con il Fisco?
Rintracciare gli evasori è sempre più difficile. Sono ancora tanti i modi per raggirare il Fisco. L’Agenzia delle Entrate ha per questo previsto l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per controllare.
L’Agenzia delle Entrate assicura che l’uso di nuove tecnologie per le verifiche fiscali non si tradurrà automaticamente nell’emanazione di una sanzione. Tale processo si basa sul rispetto del principio del contraddittorio e della collaborazione e buona fede tra l’amministrazione fiscale e il contribuente, come fissato nello Statuto dei diritti del contribuente.
Sono tre le aree di intervento studiate dall’Agenzia delle Entrate:
- Network science. Ovvero la rappresentazione dei dati sotto forma di reti, che permette di far emergere con maggiore facilità relazioni indirette e non evidenti tra i vari soggetti, sia persone fisiche che società.
- Analisi visuale delle informazioni. Con nuove interfacce innovative “uomo-macchina”, con modalità visuali fluide e intuitive di navigazione dei dati, la tecnologia permetterà agli analisti un accesso più veloce alle informazioni dei contribuenti.
- Intelligenza artificiale. L’apprendimento automatico, o machine learning, permette inoltre di accelerare i processi decisionali da parte degli analisti, aumentandone accuratezza ed efficacia.
Intelligenza artificiale: quali dati verranno analizzati?
L’intelligenza artificiale del Fisco analizzerà tutti i dati dall’anagrafe tributaria perfino ai social del singolo contribuente. Lo scopo è anticipare comportamenti fraudolenti. La Guardia di Finanza investirà 32 milioni di euro in big data e cybersicurezza con l’obiettivo di creare una infrastruttura per semplificare le operazioni di analisi dei dati, anche attraverso modelli statistici. Inoltre verrà assunto personale specializzato in grado di analizzare i dati raccolti per trasmetterli all’Agenzia delle Entrate. Resta però il nodo legato alla privacy che può essere un ostacolo non di poco conto.