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Case in rovina, quando puoi comprarle per poco e ristrutturarle con i bonus

Published by
Riccardo Magliano

L’idea di poter comprare una casa in rovina e ristrutturarla da zero per poterla abitare è senza dubbio stimolante. Sarebbe possibile farlo nel 2022? Ecco tutto ciò che ti serve.

Comprare e sistemare un qualche rudere isolato in capagna, un vecchio casale, cascina o fattoria per utilizzarla come abitazione o come trasformarla in un agriturismo può sembrare un’idea romantica e conveniente.

Questo finché non ci si rende conto di quanti costi ci siano dietro alla ristrutturazione di un immobile in grave stato di degrado. I ruderi sono immobili appartenenti alla categoria catastale F2, ovvero quella di unità collabente, che spesso non hanno alcuna autorizzazione urbanistica, ed essendo in gran parte edifici molto vecchi, neanche particolari informazioni che non siano quelle in possesso agli uffici del Catasto. Per queste ragioni la prima cosa da fare se si vuole fare un’operazione di questo tipo è un’approfondita ricerca in Comune. In secondo luogo ci si mette alla ricerca di agevolazioni che possano aiutarci a sostenere i costi.

Se l’intento è fare dei lavori di ristrutturazione dell’immobile mantenendo la stessa volumetria si rientra nei parametri delle agevolazioni fornite dal bonus ristrutturazione edilizia. Con questo si può avere una detrazione fiscale del 50% per i lavori di recupero di un rudere entro il limite massimo di spesa di 96.000 euro. La detrazione viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo e può essere richiesto sia dai proprietari, sia dagli altri soggetti che sostengono le spese di ristrutturazione. Quindi possono richiederlo anche locatori o comodatori, titolari di un diritto reale di godimento dell’immobile, soci di cooperative divise o indivise.

Si possono poi richiedere i finanziamenti del sismabonus, ma in questo caso i lavori di ristrutturazione devono configurarsi come lavori di mantenimento del patrimonio edilizio esistente. Quindi non è possibile abbattere l’edificio precedente per costruirne uno nuovo, ma deve essere mantenuto e riqualificato l’immobile già esistente. Un terzo contributo che è possibile utilizzare è l’ecobonus. In questo caso l’immobile da ristrutturare deve essere già esistente e accatastato, e deve essere presente un impianto di riscaldamento nelle unità dove si deve intervenire con i lavori di riqualificazione energetica.

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