Nonostante le rassicurazioni di Draghi, da Bruxelles arrivano comunicazioni inquietanti per gli Italiani. La tassazione sulla prima casa cambierà, e non tutti potrebbero beneficiarne.
Negli ultimi mesi in Parlamento si è discusso a lungo della riforma del Catasto.
La manovra, richiesta dal PNRR dell’Unione Europea per l’Italia entro il 2026, sta avendo non pochi problemi ad essere approvata, nonostante le continue insistenze del premier Mario Draghi. La riforma, nella sua idea principale, vorrebbe fare in modo che il valore patrimoniale e catastale degli immobili venissero adeguati ai valore del mercato immobiliare attuale. Questo permetterebbe di rivalutare secondo i valori correnti immobili vecchi di 20 o 30 anni. Questo sarebbe fatto, innanzitutto, facendo si che il valore catastale degli immobili non venga calcolato in base al numero di vani, ma per la sua grandezza in metri quadri.
Questo porterebbe, tuttavia, a una serie di effetti collaterali che dovrebbero far preoccupare. In primis, il nuovo calcolo del valore degli immobili influirebbe pesantemente sui calcoli che stabiliscono gli importi delle tasse sulla casa, nella fattispecie IMU e TARI. I nuovi calcoli farebbero impennare gli importi da pagare per queste tasse, in particolare per chi vive in città. Il secondo problema è il meccanismo di aggiornamento costante dei valori patrimoniali e di mercato degli immobili, ad oggi ancora non specificato. La mancanza di questo dettaglio da adito a molte preoccupazioni per il futuro, visto che il sistema potrebbe essere cambiato e sfruttato da futuri legislatori. Il fatto che non ci sia un meccanismo preciso che indichi come i valori di mercato verranno aggiornati desta preoccupazioni.
Un fattore non trascurabile che potrebbe subire l’influenza della riforma è il documento ISEE. Vitale per l’accesso a molti bonus e aiuti dello Stato come il reddito di cittadinanza e l’assegno unico, il documento ISEE prende in considerazione anche gli immobili di proprietà (inclusa l’abitazione principale) il cui valore è determinato dalla base imponibile IMU. Con l’innalzarsi dell’IMU e della sua base imponibile in seguito alla riforma, è verosimile pensare che anche il valore ISEE di molti vedrà un rialzo. Questo potrebbe portare alcuni a non poter più accedere ai bonus da cui dipende per avere un valore ISEE troppo alto.