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Pensioni a gennaio torna la Fornero, cosa c’è nel futuro degli italiani

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Riccardo Magliano

Il rischio è molto alto in questo momento: nel 2023 il sistema pensionistico italiano farà un passo indietro. Con la riforma continuamente rimandata, è probabile che si torni alla legge Fornero.

Nonostante si continui a parlare della riforma delle pensioni come qualcosa di imminente, i lavori sono da tempo fermi.

Le ultime notizie in merito alla riforma delle pensioni che avrebbe dovuto permettere di trovare un bilanciamento tra le disponibilità dello Stato e la possibilità dei cittadini di ritirarsi presto dal mondo del lavoro risalgono a prima del conflitto in Ucraina. Proprio lo scoppio del conflitto ha portato altrove l’attenzione del Governo, che da mesi ormai ha interrotto il dialogo coi sindacati in merito alla riforma del 2023. Il tavolo delle trattative, tra un problema e l’altro, è fermo da febbraio.

La riforma delle pensioni che il Governo e i sindacati stavano discutendo fino al momento di scoppio del conflitto in Ucraina doveva servire a trovare una proposta di pensionamento in grado di superare Quota 100 e Quota 102. La forma di pensionamento anticipato Quota 100, entrata in vigore in via sperimentale per 3 anni, non ha dato i risultati sperati. La misura non solo non aiutava il ricambio generazionale dei lavoratori come sperato, ma costava allo Stato italiano moltissimi soldi per la sua messa in atto. La misura, tuttavia, era fortemente difesa dai sindacati, che cercano tutt’ora un modo per evitare gli enormi ritardi nei pensionamenti che la Legge Fornero prevede. Il passaggio da Quota 100 a Quota 102 è stato solo un modo per guadagnare tempo in attesa che si riuscisse a trovare una forma alternativa di pensionamento in grado di sostituire le misure di pensionamento anticipato.

Il fine della riforma era anche quello di superare la legge Fornero. Un metodo di pensionamento che prevede una pensione di vecchiaia che diventa ogni anno più lontana. Attualmente, secondo la Fornero, la pensione di vecchiaia può essere presa con un minimo di età anagrafica di 67 anni. Troppo secondo i sindacati. Tuttavia, come detto, il tavolo delle trattative è fermo. Il compromesso tra le parti era già molto difficile, con il Governo che avrebbe appoggiato una proposta di riforma solo se pienamente sostenibile al livello economico, e i sindacati che vogliono permettere ai lavoratori di andare in pensione ad un’età decente, anche a costo di svuotare le casse dello Stato. Con la situazione in stallo a causa della guerra, è molto probabile che nel 2023 si ritornerà semplicemente alla legge Fornero e la riforma delle pensioni sarà rimandata ulteriormente.

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