Il reddito di cittadinanza continua a far discutere nonostante l’anzianità di 3 anni. Al momento attuale, chi volesse abolire il beneficio, dovrebbe comunque aspettare altri 3 anni.
l’ex premier e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha annunciato ieri sui suoi profili social che intende organizzare una raccolta firme per abolire il reddito di cittadinanza.
Secondo quanto detto dal leader di partito, la raccolta firme comincerà dal 15 giugno e si propone di essere il primo passo per un cambiamento del mondo lavoro per i più giovani. Non è la prima volta che il reddito di cittadinanza finisce nel mirino dei suoi detrattori. In più occasioni il leader della Lega, Matteo Salvini, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, hanno cercato di abolirlo. A loro dire il reddito di cittadinanza non funzionava, come provato dalle molte truffe ai danni dello Stato che lo hanno visto protagonista.
Matteo Renzi ha deciso di ricorrere allo strumento del referendum abrogativo per liberarsi del reddito di cittadinanza. Facendo eco alle lamentele di numerosi imprenditori che accusano il reddito di cittadinanza di rendere pigri i giovani, Renzi intende liberarsene per cambiare il mondo del lavoro dalla base. Tuttavia, la forma scelta potrebbe non portare ai risultati sperati. Questo perché il referendum abrogativo è uno strumento con delle regole precise che vanno rispettate. La prima è che per indirlo è necessario il consenso di 500.000 persone o di 5 consigli regionali, che possono proporre l’abrogazione totale o parziale di una legge o di un atto avente valore di legge. In seguito la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità del referendum.
Inoltre la legge definisce le modalità di attuazione del referendum:
Proprio quest’ultima voce è sottolinea perché il reddito di cittadinanza, in ogni caso, durerà altri 3 anni. La scadenza naturale della legislatura è fissata al 23 marzo 2023, a 5 anni dal suo inizio. Perciò, per legge, Renzi non potrà organizzare la raccolta firme nel 2022 per richiedere il referendum abrogativo, come non potrà farlo nel 2023. Se anche decidesse di organizzare la raccolta firme l’anno successivo, il referendum sarebbe comunque rimandato al 2025.
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