Catasto ed Iva: ecco la guerra silenziosa di Draghi. Con la benedizione dell’Europa

In comunione con l’Europa, Draghi sta portando avanti i piani del PNRR, compresi la riforma del catasto e le modifiche sull’IVA. Con la guerra in corso queste cosa sono passate in secondo piano, ma ecco cosa sta succedendo.

Il PNRR non è stato accantonato.

Nonostante lo scoppio del conflitto in Ucraina abbia messo in primo piano delle faccende più urgenti, il piano di rinnovamento richiesto dall’Unione Europea è ancora in atto e il Governo Draghi lo sta portando avanti nonostante tutto. Uno dei punti più in discussione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è la riforma del Catasto. Secondo quanto detto dall’Europa, per l’Italia è necessario riallineare i valori catastali degli immobili ai valori di mercato. Questo significa una riforma completa delle misurazioni catastali degli immobili stessi, che si traina dietro una serie di conseguenze che vanno a impattare sui cittadini.

Mario Draghi sta premendo molto perché la riforma dei valori catastali sia fatta il più presto possibile, ma ci sono delle barriere che molti esponenti politici, anche interni alla maggioranza, non sono disposti a superare. L’ostacolo più grosso è sicuramente rappresentato dall’opposizione di tutto il blocco di centrodestra, Lega in testa, che fa notare come la riforma creerebbe una serie di problemi che gli italiani non intendono affrontare. Il problema principale è l’aumento delle tasse. Se il valore di catastale degli immobili cresce, come è facile pensare, per effetto della riforma, anche le imposte sulla casa, in primis IMU e TARI, crescerebbero. Si tratterebbe di altre spese ad aggiungere a quelle già in atto. Inoltre c’è il problema dell’ISEE. Il valore catastale degli immobili di proprietà vanno a comporre il reddito di una persona, cosa che influisce sull’ISEE. Alzando il valore degli immobili come effetto della riforma, è facile pensare che qualcuno possa ritrovarsi con il limite ISEE essenziale per molti bonus, superato.

Un altro punto essenziale del PNRR per cui l’Europa e Draghi spingono è la razionalizzazione e la riduzione delle agevolazioni fiscali. In particolare occorrerebbe intervenire sull’IVA, in modo da garantire equità e ridurre la complessità del sistema tributario italiano. La proposta è stata accolta di buon grado dal premier, che, tuttavia, si sta ancora scontrando con le forze politiche che si oppongono alle riforme richieste dal PNRR.

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