Multe inviate per errore, così il Governo incassa sull’emergenza

A partire da aprile 2022 sono cominciate ad essere inviate le sanzioni per gli over 50 non vaccinati. Molte di queste, tuttavia, sono state inviate alle persone sbagliate. Ecco cosa è successo.

Nell’ultima fase della crisi pandemica, quando si cercava di spingere il più possibile per fare in modo che la campagna vaccinale fosse quanto più capillare possibile, la vaccinazione è stata resa obbligatoria per gli over 50.

Erano previste sanzioni di 100 euro per gli over 50 non vaccinati che andavano impunemente in giro nei posti in cui era obbligatorio il green pass. Le sanzioni hanno cominciato ad essere recapitate ai diretti interessati non prima di aprile 2022. Circa 600.000 multe sono state inviate nella sola prima mandata e molte altre sono in attesa di essere inviate.

C’è, tuttavia, un problema. Le multe arrivate non sono tutte corrette. Alcune di queste sono arrivate a persone regolarmente vaccinate, con il green pass attivo anche durate i mesi dell’obbligo, oppure a persone che avevano l’esenzione dalla vaccinazione per motivi medici. Che cosa è successo? L’obbligo vaccinale era partito dal 1 febbraio. Da quella data erano passabili di multa tutti gli over 50 che non avessero completato il ciclo vaccinale entro i tempi stabiliti. Per completamento del ciclo vaccinale si intende la somministrazione di entrambe le dosi di vaccino richieste più la terza dose booster. Circa 1,7 milioni di persone per cui l’obbligo era attivo non hanno aderito alla campagna vaccinale. Tuttavia, dei moltissimi ricorsi che sono stati inviati per le multe, si calcola che ne siano stati accolti tra il 50% e l’80%. Questo perché c’è stato un problema nel recupero dei dati di chi deve pagare la multa. I dati sono stati recuperati tramite la tessera sanitaria dei singoli, ma le Asl non sempre hanno inserito correttamente i dati dei singoli.

Se vi è arrivata una di queste multe ingiustamente, avete tempo 10 giorni per poter fare ricorso e dimostrare l’errore. Il ricorso deve essere inviato all’Asl locale allegando i documenti di esenzione fatti all’epoca. Una volta inviato il ricorso, dovete avvertire l’ADER della messa in regola della vostra posizione. A questo punto l’azienda sanitaria ha 10 giorni di tempo per confermare quanto dichiarato dal singolo. Quando anche questo passaggio sarà compiuto, l’ADER ha 180 giorni di tempo per comunicare l’addebito.

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