L’Europa sembra favorevole alla conferma del Superbonus 110%. Pare, infatti, che nel piano del PNRR sia previsto un contributo sostanzioso dell’UE per questa misura.
La possibilità che l’Italia possa progressivamente migliorare gli standard dei propri immobili rispetto alle politiche green vede favorevole l’Unione Europea.
Da Bruxelles arrivano segni di apprezzamento per la misura del Superbonus 110% che, nonostante tutti i problemi, ha permesso a molti edifici di riconfiguarsi con sistemi ecologicamente più sostenibili, in linea con quanto proposto dall’Unione. Questo è il motivo alla base dello stanziamento di ulteriori fondi per il Superbonus 110% da parte della stessa Unione Europea. Lo stanziamento arriverebbe in coda agli accordi sul PNRR nel 2026. Insieme ai fondi promessi dall’Unione Europea all’Italia in caso di completamento delle riforme richieste, l’Europa stanzierebbe anche un cifra pari a 18 milardi di euro specificatamente per il Superbonus.
Dal Movimento 5 Stelle arrivano grida di festa. La misura da loro fortemente voluta e difesa ha riscosso successo non solo in patria, ma anche nel resto dell’Unione. La conferma del Superbonus sembra quindi certa, e non solo. Lo stanziamento del fondo da 18 miliardi di euro permetterebbe al bonus di restare attivo coi soli soldi europei, essendo questi pari a quelli stanziati per l’avviamento del progetto dal Governo Conte bis. Al netto del fatto che la conferma del Superbonus 110% per gli anni avvenire sembra certa, occorre ricordare dei problemi che la misura ha dato nel corso della sua esistenza. L’interesse dell’Europa nel progetto, il Superbonus mantiene ancora molti problemi, soprattuto sui controlli da effettuare su chi conduce i lavori e chi li richiede.
Nonostante sia una misura che ha bisogno di ulteriori messe a punto, nessuno può contestare l’idea che c’è dietro al Superbonus 110%. La misura sta permettendo a molte persone di rimettere a nuovo la propria abitazione passando a soluzioni green per le stesse. Un incentivo del genere va perfettamente ad incastrarsi con le politiche europee in campo ecologico. Tuttavia, ci tiene a ribadire l’UE, “eventuali nuovi piani di finanziamento per la ristrutturazione energetica degli edifici dovranno essere adeguatamente mirati a ristrutturazioni energetiche più profonde, al miglioramento degli edifici con le prestazioni peggiori e all’aiuto delle famiglie a basso reddito“.