Il Governo ha deciso di seguire la strada delle sanzioni per tutti i cinquantenni no vax che non intendono vaccinarsi al covid-19. Si può anche scegliere di non pagare, ma ci sono delle conseguenze: ecco quali sono e chi rischia in modo specifico.
Con il Decreto del 1/2022 è partito l’obbligo vaccinale per chi ha 50 anni. L’obbligo per gli Over 50, subito dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, impone che chi volesse può mettersi in regola o, in alternativa, contestare la procedura di pagamento. Esiste tutto un particolare percorso per ambedue le ipotesi.
Sarà l’Agenzia delle Entrate a effettuare le verifiche su chi rientra o meno nella categoria degli ‘inadempienti’, e dall’altra parte starà al cittadino provare a giocarsi le sue carte per non vaccinarsi e, di contro, nemmeno pagare la multa.
Bisogna però sapere che quando si sceglie la strada della contestazione ci sono comunque dei rischi o, in ogni caso, delle conseguenze. Se si hanno dei motivi validi per non vaccinarsi o per non voler pagare la multa che è prevista, vi è comunque un iter burocratico da seguire.
In caso contrario, qualora un ricorso al pagamento della sanzione non venisse accettato, le conseguenze sarebbero ben più gravi.
In caso di mancata vaccinazione dunque per gli over 50 è indicata una sanzione di 100 euro. Cosa si verifica se non si paga? Il procedimento di recupero del denaro parte da una segnalazione notificata dall’agenzia delle Entrate con indirizzo del ministero della Salute. Il no vax riceverà una comunicazione di avvio del procedimento.
Da quel momento, per dieci giorni, è tenuto a notificare all’Asl competente nel suo territorio qualunque tipo di prova, concreta e oggettiva, che faccia riferimento a comprovate motivazioni da cui deriva la sua non vaccinazione e, dunque, l’erronea multa. Si parla dunque di esenzioni o motivazioni di carattere medico (ma non solo) per cui non si è eseguito il vaccino o non si deve pagare la multa.
Il successivo passo del percorso che può portare un cittadino a contestare la multa e provare a evitare di pagarla passa da altri 10 giorni: tempo durante il quale l’azienda sanitaria invia i dati all’Agenzia delle Entrate relativi alla contestazione da parte del cittadino. Da lì, verrà valutata la posizione del presunto debitore.
Se l’azienda sanitaria conferma la sanzione, entro 180 giorni l’Agenzia delle Entrate invia una segnalazione, via Pec o raccomandata a/r al cittadino che è tenuto a pagare: questa è una vera ingiunzione ed ha valore di titolo esecutivo.
A questo punto il cittadino può effettuare il pagamento entro due mesi, cioè 60 giorni, o può sfruttare un tempo di 30 giorni per il definitivo ricorso da presentare al Giudice di pace. Dunque, secondo una stima molto facile, si parla di circa 260 giorni per un iter che può portare al pagamento oppure alla vittoria del ricorso.
Più complicato è, in realtà, identificare le categorie su cui far scattare questa obbligatorietà vaccinale e riuscire magari a farsi pagare la multa in assenza di una posizione lavorativa. Andiamo a vedere cosa significa.
L’obbligo vaccinale si applica per tutti gli Over 50, anche per chi non ha un lavoro. In tal caso, la posizione di ‘scuola’ è sempre stata quella relativa al comminare una sanzione d’importo simbolico anche se non soprattutto per chi non ha entrate ma non intende vaccinarsi. Da qui la scelta dell’importo di 100 euro.
Come funziona la multa? Le autorità incrociano i dati della popolazione residente con quelli che sono inseriti nelle anagrafi vaccinali di Regione e Provincia: quindi è impossibile non essere trovati, e la multa arriva direttamente a casa.
E’ possibile anche non pagare, come visto, tramite ricorso: pagando però un contributo di 43 euro per la procedura di contestazione. E la differenza esigua tra il contributo da pagare per non essere sanzionati e la sanzione stessa (con rischio di andare in giudizio con l’agenzia delle Entrate e l’avvocatura di Stato) è un palese tentativo di incoraggiamento affinché, alla fine, i cittadini decidano comunque di pagare la multa o di vaccinarsi per tempo.
D’altro canto, al cospetto del giudice di pace, il non vax over 50 può combattere per la sua posizione e, poi, entro 30 giorni dalla notifica della sentenza, provare a impugnarla.
Per evitare la multa, però, non cambia nulla se si sceglie di vaccinarsi dopo il procedimento: infatti, la sanzione scatta lo stesso.
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