P. Iva e regima forfettario, cosa sta per cambiare

Tutte le novità del ddl delega fiscale. Cambia il regime forfettario, abolita la ritenuta d’acconto, acconti IVA e IRES mensili e torna il cashback: i dettagli.

Nel ddl delega fiscale sono previste novità per il regime forfettario e le ritenute d’acconto. Lo ha annunciato Federico Freni, sottosegretario all’economia, al Tax Advisory Summit di Italiaoggi: “La delega fiscale ha immaginato un regime di scivolo progressivo che consenta di passare da regime forfettario a regime ordinario con un passaggio che non penalizzi eccessivamente chi passa”. Ma cosa cambierà per le partite iva in regime forfettario e chi emette ritenute d’acconto? Di seguito un quadro generale di cosa prevede questa legge delega.

Ddl delega fiscale: le novità per regime forfettario e ritenute d’acconto

Nel ddl delega fiscale sono previste alcune novità per il regime forfettario e le ritenute d’acconto come ha anticipato il sottosegretario all’economia Federico Freni. È previsto l’innalzamento della soglia del regime forfettario da 65.000 euro agli 85.000 euro annuali. Oltre a questo nuovo limite, viene istituita anche una exit tax della durata di due anni per coloro che non rispettano i requisiti posizionandosi tra i 65.000 e gli 85.000 euro.

Ci sarà poi l’abolizione della ritenuta d’acconto. Diciamo in primo luogo che la ritenuta di acconto è un anticipo sull’IRPEF a carico del datore di lavoro. Per parlare in parole semplici, al momento del pagamento di una collaborazione il sostituto di imposta, che è il datore di lavoro, sottrae alla cifra una quota, che verserà come IRPEF per il collaboratore. La ritenuta d’acconto più comune è quel 20% che il datore di lavoro, titolare di Partita Iva, trattiene dal compenso lordo del collaboratore a prestazione occasionale e che sarà poi versato allo Stato di tasse. Con il ddl delega fiscale questo non dovrà più essere fatto.

Ddl delega fiscale: le altre novità

Nel ddl delega fiscale torna ad esserci il cashback da far valere sulle detrazioni fiscali che gradualmente si trasformeranno in rimborsi erogati in tempi brevi su “piattaforme telematiche diffuse” (ad esempio l’app-Io), anziché aspettare i tempi del 730. Si comincerà con le detrazioni “di natura socio-sanitaria”, in quanto le spese sanitarie sostenute dal contribuente sono già tutte tracciate, pagate con carte e legate al codice fiscale.

È prevista anche una riduzione delle aliquote Irpef. Il governo Draghi ha già iniziato nell’ultima legge di bilancio, portando gli scaglioni da cinque a quattro. Un ulteriore intervento dovrebbe consentire di scendere a tre. Le addizionali all’Irpef diventeranno sovraimposte, ma senza pregiudicare gli incassi assicurati agli enti locali,

L’Irap sarà abolita in modo graduale. Già era stata cancellata nella scorsa legge di bilancio per le persone fisiche ma non per i titolari di partita iva. L’articolo 5 viene però emendato specificando la “priorità per le società di persone gli studi associati e le società tra professionisti”. Poi si proseguirà anche con le società di capitali.

Infine verranno modificati anche le modalità degli acconti IVA e IRES portandoli a mensili.

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