Pizze Buitoni, ricoveri e morti. E ora si vuole capire cosa è accaduto davvero

Pizze contaminate mandano persone all’ospedale. Ecco un ennesimo caso di intossicazione da cibo che sta mettendo a dura prova la fiducia dei consumatori.

Sono ormai molti i casi di escherichia coli causati dalla contaminazione delle pizze buitoni. I casi sono stati riscontrati in Francia, dove il consumo del prodotto ha fatto, al momento, 56 ospedalizzazioni e 2 morti.

Il prodotto è stato prontamente ritirato dagli scaffali dei supermercati francesi, ma rimane il problema della contaminazione del cibo. Questione che pare verrà risolta per vie legali, visto che le autorità francesi hanno aperto un’inchiesta contro l’azienda Buitoni. Le accuse comprendono omicidio colposo involontario di una persona, il ferimento di altre 14 persone e la commercializzazione di un prodotto nocivo per la salute.

Le vittime di intossicazione alimentare causate dalla pizza Buitoni sono stati quasi esclusivamente bambini. 55 dei 56 rivoveri avvenuti tra il 18 gennaio e il 5 aprile 2022 hanno avuto come protagonisti bambini tra gli 1 e i 17 anni, o almeno così riporta l’agenzia di sanità pubblica francese Santé Public France. Altri 48 hanno sviluppato la sindrome emolitica uremica (SEU), un tipo di insufficienza renale spesso collegata a infezioni. Anche se non subito ricoverati, quindi, anche gli altri 48 bambini hanno rischiano grosso, dato che la SEU può causare dei gravi problemi di salute negli individui e, in alcuni rari casi, la morte. Le interviste ai pazienti ricoverati e le consecutive analisi di laboratorio hanno portato a scoprire che la causa dell’intossicazione è collegata all’impasto della pizza Buitoni, che tutti i ricoverati hanno dichiarato di aver mangiato prima di sentirsi male.

Le pizze in questione, che portano il nome di Fraich’Up Buitoni, sono state ritirate dal mercato a marzo 2022. Fortunatamente per noi questo tipo di pizze, prodotte da Nestlé, non sono commercializzate in Italia. Si tratta di un prodotto esclusivo per il mercato estero, quindi si apre una nuova problematica. Lo stesso tipo di prodotto è venduto in diversi stati africani, in Androrra, Belgio, Lussemburco, Svizzera e Slovenia. In questi paesi potrebbe quindi esserci il rischio di un nuovo focolaio di infezioni. Intanto si aspetta di capire come Nestré risponderà alle accuse mosse dalle autorità francesi nei loro confronti.

Gestione cookie