Una vera beffa per i tutelati dalla Legge 104. Tuttavia la sfortuna di alcuni è la fortuna di altri, visto che questo taglio per alcune pensioni di invalidità arriva da un aumento per altri.
Già nel 24 giugno del 2020 i giudici supremi della Corte Costituzionale, avevano deliberato che gli assegni di assistenza agli invalidi totali in Italia, comunemente detti “pensioni di invalidità”, sono troppo bassi e devono essere aumentati.
L’attesa per questi aumenti sta per finire, visto che nel DEF (Documento di Economia e Finanze) del 2022 contiene le indicazioni per una legge delega che prevede, appunto, l’aumento dell’importo delle pensioni di invalidità, ma solo nel 2023. L’intervento del Governo in questo senso è stato obbligato proprio dalla sentenza della Corte Costituzionale.
Attualmente per gli invalidi civili totali in Italia è previsto un assegno di assistenza pari a 291,98 euro al mese, a condizione di non percepire redditi al di sopra di una certa soglia. Tale imposto sale al compimento dei 60 anni da parte del beneficiario. Precisamente, fino a 651,51 euro al mese. Sempre secondo i limiti di reddito imposti dalla legge. Questo è stato decretato come troppo basso per poter sopperire alle spese necessarie ad una persona in condizioni di disabilità totale. Questo ha portato il Governo a reindirizzare alcune finanze statali al rialzo delle pensioni di invalidità, in modo da permettere agli invalidi civili totali di avere quanto basta per sostenere una vita dignitosa. Per la precisione, la Corte Costituzionale ha dichiarato che gli invalidi civili non dovrebbero aspettare i 60 anni di età per poter accedere al beneficio complessivo di 651,51 euro al mese.
L’accordo del Governo con la Corte Costituzionale è arrivato, tuttavia, a un prezzo. Se è vero che l’aumento della pensione di invalidità per chi tutelato dalla Legge 104 sarà esteso a tutti i tutelati e non solo quelli al di sopra dei 60 anni, è vero anche che ci sarà un taglio per tutti coloro che già ricevono la pensione di vecchiaia. Si è deciso, infatti, che i percettori di una prestazione pensionistica di vecchiaia ordinaria, quindi con età di 67 anni o più, non viene più riconosciuto l’assegno di invalidità civile. Anche i soggetti della Legge 104 con più di 67 anni dovranno fare a meno della pensione di invalidità e accontentarsi dell’assegno sociale di 381,23 euro, con al massimo la maggiorazione di 86,88 euro a determinate condizioni di reddito. In totale fanno circa 280 euro in meno per queste persone.