Continuano le ripercussioni della guerra in Ucraina sull’Italia. I dati della Commissione europea confermano che la crescita si è arrestata.
La guerra in Ucraina continua a danneggiare la ripresa economica italiana. Trascinato nel vortice di problemi che il conflitto ha innescato, in nostro paese si trova adesso con il PIL in crescita del 2,4%, a fronte delle stime post-pandemiche di circa 4,1%.
La ripresa immaginata dal Governo Draghi e da tutti gli altri governi europei nel periodo post pandemico sta procedento a ritmo più che dimezzato rispetto alle aspettative, con l’aumento dei costi energetici e l’inflazione a frenare la ripartenza. I dati vengono dalla ricerca della Commissione UE e sono comuni per l’Italia come con la maggior parte degli altri paesi dell’Unione.
Il conflitto ha reso stagnante l’economica italiana, con molte imprese che devono ridurre la produzione o chiudere a causa degli impossibilitanti costi energetici, mentre le famiglie devono fare i conti con le spese extra causate dal caro bollette e dall’inflazione che agisce sui beni di consumo. La crescita del nostro paese, prevista per il 2023, a subito un drastico rallentamento di circa 1,9%. A questo quadro già molto preoccupante si aggiungono le problematiche che potrebbero arrivare dall’interruzione degli approvigionamenti di gas naturale dalla Russia. La possibilità dell’embargo sul gas naturale sta venendo discussa in Europa e l’Italia, uno dei maggiori importantori di gas naturale, rischierebbe forti ripercussioni sulla propria economia qualora dovesse succedere. Sempre secondo la COmmissione europea, il tasso di inflazione in Italia potrebbe raggiungere il 6% alla fine del 2022, per poi salire ancora nel 2023.
Lo stop alle importazioni di gas dalla Russia sarebbe solo il colpo di grazia. Le stime indicano come l’Italia perderebbe il 2,5% del proprio PIL in caso di interruzione delle importazioni. A questo si aggiungono anche le ripercussioni della mancanza di gas all’interno dell’economia italiana. Ci sarebbero nuovi aumenti per le bollette e i carburanti, così come un ulteriore aumento del tasso di inflazione. Il conflitto sta seriamente rischiando di frenare bruscamente il tanto sperato recupero economico che ci si aspettava dopo il pesante stop dato dalla pandemia.
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