La formula del Cashback e della lotteria degli scontrini non convince il governo Draghi. Ecco perché il premier li ha messi in soffitta
La lotta all’evasione sembra essere una delle priorità di questo governo. L’esecutivo guidato da Mario Draghi, infatti, intende perseguire con successo gli obiettivi inseriti nel Pnrr, iniziando una vera e propria guerra nei confronti di uno dei maggiori problemi del nostro Paese.
Tra le varie misure messe in campo dai precedenti governi, ce ne sono molti che, appunto, sono state ininfluenti nella lotta all’evasione, tra questi il cashback e la lotteria degli scontrini. Adesso ne arriva anche la conferma ufficiale e si spiega perché Draghi ha deciso di metterli in soffitta.
Ecco perché Draghi non vuole il cashback e la lotteria degli scontrini
Uno dei maggiori problemi del nostro Paese è certamente l’evasione fiscale. Sono milioni, infatti, gli italiani che, ogni anno, evadono il Fisco evitando di pagare le tasse. Un danno che colpisce l’intera popolazione, in quanto verrebbero a mancare i fondi per garantire servizi fondamentali per il corretto funzionamento di un Paese.
Ma la lotta all’evasione è sempre stata piuttosto debole da parte degli ultimi governi che si sono susseguiti negli anni. Questo a causa della continua ricerca di approvazione popolare e della poca, o nulla, incisività delle scelte legislative.
A certificarlo sono gli stessi dirigenti dell’Associazione artigiani e piccole imprese Mestre (Cgia), secondo cui gli ultimi strumenti utilizzati dal Fisco per individuare gli evasori sono stati particolarmente inutili e inefficaci. Tra questi vi sono sicuramente il cashback e la lotteria degli scontrini, i quali non hanno dimostrato gli effetti sperati.
È proprio questo il motivo per cui l’attuale esecutivo, guidato da Mario Draghi, ha deciso di mettere in soffitta queste due misure. Per nessuno dei due interventi, infatti, è emersa una relazione con la diminuzione dell’evasione fiscale. La promessa, non mantenuta, era infatti quella di ridurre drasticamente l’omessa fatturazione.
A peggiorare le cose, vi è sicuramente l’eccessivo costo della misura prevista dal governo Conte II: 4,75 miliardi di euro. Una cifra giudicata eccessiva in relazione a quanto si poteva recuperare dalla lotta (persa) all’evasione fiscale. Sono dati, dunque, che hanno definitivamente convinto il governo a mettere da parte le misure e pensare a nuove strategie per contrastare gli evasori nel nostro Paese.