Il rincaro dei prezzi non si ferma e fare la spesa costa sempre di più. Ecco per quali prodotti continua ad aumentare il prezzo.
Il conflitto in Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia non accennano a fermarsi. Come già trattato in numerosi nostri articoli abbiamo visto quali sono le conseguenze riflesse nei supermercati, a causa dell’aumento dei costi di gas e carburanti, oltre alla mancanza di materie prime.
In numerosi supermercati si sono susseguite scene di scaffali vuoti per le scorte e crescite vertiginose dei prezzi. Una situazione, quest’ultima, che non sembra intenzionata a cambiare nel breve periodo. Ecco, quindi, per quali prodotti continua ad aumentare il prezzo.
La situazione economica continua a gravare sulle tasche dei cittadini italiani. Fare la spesa al supermercato costa sempre di più e si continua a registrare un aumento dei prezzi che sembra inarrestabile. Con l’aumentare dell’inflazione. Infatti, il potere d’acquisto diminuisce e fare scorte diventa sempre più difficile. L’impennata dei prezzi, infatti, pare non attenuarsi e il continuo rincaro dell’energia, unita alla mancanza di materie prime, disegnano uno scenario piuttosto preoccupante. Secondo la Coldiretti, infatti, stiamo assistendo ad un rincaro medio dei costi del cibo del 3,5% rispetto ai mesi preedenti, mentre ci si aspettano rincari fino al 12,7% su base annuale.
I primi prodotti ad aver subito l’inflazione sono pollo, burro e biscotti. Per quanto riguarda il pollo fresco, la disponibilità di carni è stata molto ridimensionata dall’epidemia di influenza aviaria che ha colpito molti allevamenti, allo stesso modo ha influito l’aumento del costo del mangime. Questi due fattori hanno portato ad un aumento del costo del pollo al supermercato del 4,3%. Il burro aumenta del 3,8% a causa della ridotta offerta dei mesi precedenti. A subire l’impatto più grande dell’inflazione in Europa sono i cereali, in gran parte di importazione ucraina. A subire i rincari più impegnativi sono stati tutti i derivati della semola e del riso, con un incremento del 3,7%. Ad essere trascinati nel baratro sono quindi biscotti (+3,6%) e il pane (+3,5%). Un alimento per cui ci sarà particolare difficoltà sarà il riso. Con l’aumento delle spese di produzione a seguito degli aumenti energetici e i problemi legati ai cambiamenti climatici, le risaie del Nord Italia sono in crisi produttiva, con molte aziende che, impossibilitate a rientrare dei costi di produzione, stanno cominciando a chiudere. Secondo le stime della GDO, con questo livello di aumento dell’inflazione, il prezzo del riso potrebbe salire del 7% già nei primi mesi estivi. Attualmente l’aumento registrato è del 6,1%.