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Bonus edilizi addio: ecco chi non può più chiederli

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Massimiliano Ciancaglioni

L’ultima stretta sui bonus edilizi complica la vita a molte imprese: chi non potrà chiede l’incentivo

Come spiegato nei giorni scorsi, il governo Draghi ha operato una nuova stretta riguardante i bonus edilizi con un emendamento nel decreto legge Ucraina bis.

In tale emendamento, che la commissione Industria e Finanze del Senato ha già approvato, viene specificato che per poter accedere al bonus per i lavori sopra i 516mila euro, sarà obbligatorio rivolgersi a imprese con certificazione Soa. Ciò accadrà dal prossimo 1 luglio. Questa decisione ha generato grande preoccupazione nelle piccole imprese, le quali ora rischiano di non trovarsi nelle condizioni di accedere all’incentivo.

Bonus edilizi, chi risente della stretta

Il Cna (Confederazione nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa) insieme a Confartigianato non hanno atteso per farsi sentire. Questa la loro risposta alla stretta: “Il Parlamento si assume la grave responsabilità di escludere circa l’80% di micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia. Si introducono così nuove e incomprensibili barriere burocratiche”. Di fatto l’obbligo di questa certificazione, che era previsto per l’1 gennaio 2023, è stato anticipato di sei mesi.

Hanno definito quindi all’unanimità come una manovra pericolosa ed esclusiva che potrebbe comportare un duro colpo per le piccole imprese italiane. Si eliminano infatti l’80% delle imprese dalla possibilità di lavorazioni edilizie, con un mercato che continuerebbe a paralizzarsi ancora di più. Ciò proprio a causa delle continue modifiche relative a questo sostegno.

“Pur nella riformulazione del provvedimento che ne attenua l’impatto – continua la Cna – quanto approvato costituisce un principio inaccettabile, che esclude di fatto dai lavori di riqualificazione le imprese che non lavorano per gli appalti pubblici. Ed estende al settore privato un sistema pensato per i lavori pubblici, che nulla a che fare con la qualificazione delle imprese”.

Spiegano inoltre le due associazioni che il sistema delle attestazioni Soa non ha avuto alcuna efficacia nel contrastare il rischio di frodi.

 

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