Lanciato l’allarme speculazione per quelle attività commerciali che vogliono arricchirsi con prodotti che ad oggi scarseggiano
La guerra in Ucraina ha provocato delle pesanti conseguenze anche per il mondo economico europeo. L’invasione della Russia, infatti, ha portato a carenze di materie prime (che notoriamente arrivano dall’Ucraina e dalla stessa Russia) e ad aumenti dei prezzi vertiginosi.
La mancanza di prodotti e l’aumento dei prezzi dell’energia, infatti, ha provocato una crescita del costo della vita non indifferente. Tuttavia, purtroppo c’è sempre chi se ne vuole approfittare e cerca di guadagnarci. È infatti allarme speculazione per quelle attività commerciali che vogliono arricchirsi con i prodotti che ad oggi scarseggiano.
Allarme speculazione per i prodotti che scarseggiano
L’invasione di Putin in Ucraina non vuole fermarsi e dunque la crisi dell’Est Europa è destinata a durare ancora a lungo. Il protrarsi della guerra, dunque, vorrà dire un aumento crescente delle vittime, anche civili e di tutte quelle conseguenze, anche economiche, che una guerra porta con sé.
Purtroppo, nonostante il momento difficile per tutti, c’è chi invece prova a guadagnare anche su una situazione che richiederebbe giudizio e solidarietà. È il caso di quelle attività commerciali che hanno aumentato i prezzi di alcuni prodotti che scarseggiano, mettendo in pratica una vera e propria speculazione.
Si è assisti, infatti, a considerevoli aumenti dei prezzi per quei prodotti strettamente legati con i territori dell’Est, da cui vengono importati. In particolare, gli aumenti dei prezzi più rilevanti si sono registrati per l’olio di semi e il pane, che, secondo Coldiretti, hanno visto una crescita rispettivamente del 63,4% e dell’8,4% annui.
Rincaro dei prezzi anche per la farina, saliti del 17,2%, grano, burro (15,7%). Ma si sono registrati rilevanti aumenti dei costi al supermercato anche per la pasta (14,1%), carne (12,2%) e verdura fresca, la quale ha visto aumentare la media dei prezzi del 12%.
Le città dove si sono registrati i maggiori rincari di prodotti come l’olio di semi di girasole sono soprattutto quelle del Nord Italia. Nel giro di soldi due mesi, infatti, Verona ha registrato un rincaro dei prezzi pari al 40%, Mantova, Cremona e Sassari, invece, tra il 20% e il 25%.