La situazione del gas potrebbe peggiorare in vista dell’autunno. Previsti razionamenti e distacchi alle aziende: ecco la situazione
L’invasione dell’Ucraina da parte di Putin non sembra poter terminare a breve, anzi, fonti americane parlano di un possibile protrarsi della guerra fino a fine anno. Il conflitto, oltre a spargere dolore e morte tra i civili ucraini, ha anche causato delle gravi conseguenze economiche ed umanitarie in Europa e in molte altre parti del globo.
La maggior paura per il nostro Paese, infatti, è che possa iniziare a mancare la fornitura di gas da parte di Putin. Dopo il blocco “d’avvertimento” nei confronti di Polonia e Bulgaria, infatti, il peggio per noi potrebbe arrivare in autunno. C’è chi prevede razionamenti e distacchi alle aziende: ecco com’è la situazione.
Fornitura di gas: previsti razionamenti in autunno?
Per la prima volta dall’inizio del conflitto, Putin ha deciso di staccare (anche se solo per qualche ora) il gas a due Paesi europei. Polonia e Bulgaria, infatti, hanno visto sospesa la fornitura dalla Russia in quanto si sarebbero rifiutati di pagare il gas in rubli.
Tuttavia, l’allarme è rientrato in poche ore e il flusso nel gasdotto è stato subito ripristinato. Tuttavia, quella di Putin è sembrata una mossa per avvertire altri Paesi, come la Germania e l’Italia.
Proprio per questo, in molti si stanno chiedendo cosa potrebbe succedere se la stessa decisione di sospendere la fornitura di gas riguardasse anche l’Italia. In questo momento, il nostro governo sembra aver attuato un piano per gestire con efficacia l’emergenza, ma ciò non sarebbe esente da rinunce e sacrifici.
Il problema, infatti, potrebbe emergere in autunno, quando il consumo di gas da parte dei cittadini salirà alle stelle a causa dell’arrivo del freddo. Sarà in quel momento che, secondo il piano di emergenza, potrebbe esserci un breve periodo di razionamento dei consumi, oltre al distacco per le imprese che utilizzano grandi quantità di energia.
Inoltre, a seguire potrebbe esserci un sostanziale incremento dell’utilizzo delle centrali a carbone, ora dismesse ma pronte ad essere riaccese per far fronte alla mancanza di energia. Intanto, l’esecutivo di Mario Draghi sta pensando di sostituire, almeno in parte, l’energia fornita da Mosca stringendo accordi con altri Paesi e aumentando la produzione di energia rinnovabile.