Un problema spesso sottostimato della guerra tra Russia e Ucraina è quella fetta di economia che dipendono dalle esportazione verso il paese invasore. Molti calzaturifici in Italia vendono in Russia e la loro decisione di partecipare a una fiera a Mosca fa discutere.
I calzaturifici italiani hanno da sempre trovato un valido cliente nella Russia. Sono in molti in Russia a comprare abbigliamento italiano, in particolare le scarpe, che vengono spedita a migliaia nella terra dell’est. Non ci vuole un genio per capire che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha messo molti che con la Russia fanno affari da sempre in cattiva luce. Recentemente ha fatto molto discutere la decisione di molti calzaturifici italiani che hanno deciso di partecipare all’Obuv’ Mir Kozhi, una importantissima fiera del calzaturiero e pelletteria annuale che si tiene a Mosca.
La fiera di calzaturiero e pelletteria è da anni un punto di riferimento per i calzaturifici di tutta Italia. Con la sua prima edizione risalente al 1997, organizzata da Bolognafiere e Assocalzaturifici, l’associazione di settore che fa capo a Confindustria, è una perfetta opportunità di affari per molti esponenti del settore. Rinunciare a una simile opportunità di vendita, così come rinunciare al fertilissimo mercato russo, per alcuni calzaturifici equivarrebbe a chiudere bottega. Senza contare che la fiera, inizialmente prevista per marzo, era già stata organizzata e pagata dalle associazioni italiane prima che scoppiasse la guerra. Già una volta queste avevano rimandato di un mese la fiera sperando che intanto la guerra finisse, ma così non è stato. La decisione non è stata presa a cuor leggero, le imprese di calzaturiere sanno quante critiche si attireranno contro andando, ma per molte è si tratta di questione di vita o di morte.
Alcune imprese calzaturiere italiane sono strettamente specializzate nel mercato russo, partner imprescindibile per una grosso volume di affati. A fronte di un contratto da onorare, che prevede delle penali in caso di inadempienza, e nonostante le grosse difficoltà a cui vanno incontro tutti i soggetti coinvolti per raggiungere Mosca e farsi pagare la merce venduta (a causa dei blocchi bancari) la fiera rappresenta un appuntamento troppo importante per troppi soggetti per potervi rinunciare.