Al termine di quest’anno avrà fine la misura di Quota 102. Con essa anche la possibilità di andare in pensione tre anni prima del dovuto. Ecco quali occasioni si possono ancora sfruttare.
Il 2022 è un anno di grandi cambiamenti sul fronte pensionistico. In primis, quest’anno segna il superamento definitivo di Quota 100 e l’introduzione, in via transitoria, di Quota 102, la soluzione adottata per rispondere alla fine di Quota 100. Il funzionamento è quasi identico, ma a cambiare sono i requisiti di accesso. Quota 100, in vigore fino al 31 dicembre 2021, prevedeva un’uscita anticipata dal mondo del lavoro e un’accesso a una pensione di importo ridotto al raggiungimento dei 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi versati. Al netto del requisito contributivo, consentiva di andare in pensione 5 anni prima della normale pensione di vecchiaia. Quota 102 funziona nello stesso modo, con il requisito anagrafico di 64 anni invece che 62.
Chi nel 2022 compie 64 anni di età ed ha maturato 38 anni di contributi (di cui almeno 35 di contribuzione effettiva) potrà quindi accedere alla pensione anticipata ricorrendo a Quota 102. Secondo le stime, i beneficiari saranno circa 16.800 persone, con un costo totale di circa 170milioni di euro; nel 2023, invece, entrerà in vigore il nuovo scaglione, cioè quota 104, che dovrebbe garantire 23.500 pensionamenti anticipati.
Modifiche anche per l’Ape Sociale, prorogata per un altro anno. La platea di beneficiari è stata estesa a più lavoratori gravosi. Le categorie che hanno diritto all’Ape passano così da 15 a 23, accogliendo nuove figure professionali. L’indennità è corrisposta fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia. Si rivolge a soggetti aventi determinate condizioni, che abbiano compiuto almeno 63 anni di età, e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero. L’indennità è pari o all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, se inferiore a 1.500 euro; oppure, è pari a 1.500 euro, se la pensione è pari o maggiore. Durante il godimento dell’indennità non spetta contribuzione figurativa né gli assegni al nucleo familiare. Il trattamento, in caso di decesso del titolare, si esaurisce.
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