Crescono le preoccupazioni per quanto riguarda l’indipendenza da parte dell’Italia dal gas russo. Ecco cosa potrebbe succedere.
Il conflitto in Ucraina non sembra andare verso la sua conclusione, anzi: cresce sempre di più il numero di esperti e osservatori pronti a scommettere su un prolungamento temporale della guerra. Le conseguenze sarebbero disastrose e, oltre alle ovvie conseguenze terribili della guerra quantificabili in vite umane, si affaccia l’ombra della carenza di energia.
L’ultima “arma” che l’Europa potrebbe utilizzare per far male davvero Putin sarebbe l’embargo del gas russo. In molti lo chiedono a gran voce scommettendo, o sperando, in una retromarcia dello zar che vedrebbe tagliati la maggior parte degli introiti economici per finanziare la guerra. Ma non tutti sono dello stesso parere.
L’errore strategico dell’Italia, che con il passare degli anni si è legata in maniera viscerale al gas proveniente dalla Russia, è orma sotto gli occhi di tutti. Le (forse eccessive) relazioni commerciali con il Paese di Putin hanno portato alla difficile situazione di dipendenza dal gas russo che riversa nel nostro Paese.
Tuttavia, secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, “l’embargo al gas russo sarebbe una tragedia economica ed energetica”. Uno scenario preoccupante che, secondo Tabarelli, potrebbe portare a gravi conseguenze per il nostro Paese.
L’Italia, intanto, sta cercano di evitare questo scenario stringendo accordi con nuovi partner che potrebbero garantire almeno una parte di forniture di gas, in modo da sostituire una buona percentuale di quello proveniente da Mosca.
Proprio in questi giorni, Mario Draghi si è recato in Algeria per stilare un accordo che prevede l’acquisto di 9 miliardi di metri cubi di gas a partire dal 2024.
Dalla Russia ne importiamo ben 29 e da quest’anno l’Algeria ce ne fornirà solo 3. Cifre che fanno ben capire come, anche questa strada non porterà alla soluzione del problema in tempi rapidi. È per questo, infatti, che il premier sta cercando di concludere accordi simili in Egitto, Angola e Congo.
Dunque, resta l’ombra dell’embargo del gas russo, che porterebbe ad un inevitabile razionamento dell’energia nel nostro Paese. Questo vuol dire diminuire il gas alle fabbriche, amministrazioni e scuole del nostro Paese.
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