Non si è ancora sbloccata la tenaglia che tiene ferma la nuova legge delle pensioni. Ecco che potrebbe esserci quindi un ritorno alla Fornero.
Ancora nessuna novità sul fronte della riforma delle Pensioni. Si tratta certamente di una delle riforme più attese ma controverse di questa legislatura e la sua complessità, oltre ai numerosi attori in campo che ne chiedono una modifica, potrebbe portare ad un nulla di fatto.
Senza veri e decisi interventi strutturali, infatti, non si sbloccherebbe del tutto la nuova riforma. Ecco, quindi, che si affaccia la possibilità di un ritorno alla legge Fornero. Ma c’è chi promette battaglia e chi, invece, scommette sulla fine politica di Draghi. Ecco cosa succede.
Dopo l’approvazione del nuovo Documento Di Economia e Finanze (Def) non vi è stato alcuna menzione della tanto attesa riforma delle pensioni. Dunque, continua ancora l’interminabile attesa che, secondo alcuni, potrebbe portare ad un nulla di fatto e, forse, ad un ritorno della legge Fornero.
Le trattative per la manovra che riguarderà milioni di contribuenti italiani, infatti, sembra essersi arenata o comunque sparito dai radar delle decisioni politiche. Dopo l’incontro tra i Sindacati e il premier Mario Draghi, infatti, è emerso la necessità di un nuovo confronto che, secondo il Presidente del Consiglio, dovrà essere articolato e permanente.
“Urge una crescente attenzione per le riforme strutturali comprese nell’assetto del sistema pensionistico – ha commentato il Ministro dell’Economia Daniele Franco – occorrerà trovare soluzioni che consentano forme di flessibilità in uscita ed un rafforzamento della previdenza complementare”.
Dunque, al momento non si respira aria di ottimismo ma i tempi si accorciano e le decisioni devono essere prese. Con la mancanza delle leggi strutturali richieste dal Ministro dell’Economia, a partire dal 2023 si potrebbe tornare alla tanto discussa legge Fornero.
Dunque, la soluzione temporanea del Governo, la quale prevedeva l’assegno pensionistico dopo 64 anni e 38 di contributi, potrebbe esaurirsi già al 31 dicembre 2022. Si affaccia, quindi, il ritorno alla pensione di vecchiaia a 67 anni o a 42 anni e 10 mesi di contributi. Ma la partita è ancora aperta e ci sono possibilità di trovare una quadra prima della fine della legislatura.
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