Guerra in Ucraina: ecco la profezia del professore Francesco Manfredi. Se il conflitto non giunge al termine, cosa ci aspetterà?
Secondo Francesco Manfredi, professore di Economia Aziendale e direttore dell’università Lum School Management (Bari), se il conflitto non si conclude in breve entreremo in un clima di recessione. In un’intervista rilasciata per “ItaliaOggi”, l’economista evidenzia che ci sono tutti i presupposti per affermare che, senza interventi repentini e il protrarsi a lungo del conflitto, il periodo che ci aspetterà sarà molto duro. Già, in parte, lo è ora.
“Se non cambieranno significativamente le condizioni attuali, le attività inizieranno a bloccarsi” – rivela il professore – “Per alcune decine di migliaia di imprese sarà una chiusura definitiva”. A suo avviso, è a rischio anche ilPNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Era stato approvato nel 2021, per provvedere alla situazione creatasi con la pandemia di Covid-19. Un piano nato per rilanciare l’economia e permettere lo sviluppo verde e digitale del nostro paese.
Guerra in Ucraina: la profezia di Manfredi
Il professore universitario ritiene che si debba attuare una politica di rinegoziazione con l’Unione Europea. È necessario mettere in campo una deroga di minimo tre anni per ottenere qualche risultato. Il conflitto tra Russia ed Ucraina, attualmente, sta portando ad aumenti dell’energia e del costo delle materie prime. La situazione, che verte sulle aziende, si ripercuote sulle tasche degli italiani.
Se ai continui aumenti aggiungiamo la necessità di trovare nuovi dipendenti pubblici e sanitari, lo snellimento della normativa sugli appalti e tanto altro, il clima presto diventerà insostenibile. Come si legge su “Molto Economia”, l’invito del senatore del Pd e professore ordinario alla Bocconi, Tommaso Nannicini, è quello di rivedere il sistema dei salari. A suo avviso, bisogna focalizzarsi sui redditi medio-bassi.
Al momento, sembra che la necessità sia quella di evitare uno spostamento di bilancio. Questo inficia negativamente sui continui movimenti, appunto, spezzettati che vengono messi in atto per andare avanti. Si deve tener conto che la crescita tendenziale continua a rallentare. Il debito è sotto al 147% e l’inflazione è al 5,8%.