Cartelle esattoriali, cosa cambia ora nei pagamenti

In vista delle scadenze, vi mostriamo cosa cambia ora nei pagamenti delle cartelle esattoriali. Ecco le principali novità

(Pixabay)

I cambiamenti e le modifiche delle norme, soprattutto tra gli schemi burocratici del nostro Paese, possono sempre provocare confusione e smarrimento. Dopo l’approvazione dell’emendamento inserito nel decreto Sostegni-ter, infatti, ci sono state alcune modifiche.

Si parla infatti di una proroga che potrebbe concedere più tempo ai contribuenti italiani, i quali potrebbero mettersi in regola. In vista delle scadenze, quindi, cerchiamo di fare chiarezza e vi mostriamo cosa cambia ora nei pagamenti delle cartelle esattoriali. Ecco quali sono le principali novità.

Cartelle esattoriali, cosa cambia ora nei pagamenti

La commissione bilancio del Senato ha approvato nei giorni scorsi l’emendamento al decreto Sostegni-ter. Questo vuol dire che, se dovesse essere approvato anche alla Camera, sarà prevista un’ulteriore proroga per quanto riguarda la rottamazione delle cartelle esattoriali.

Sono circa 512 mila italiani a non aver ancora i conti in regola entro la fine del 2021. Dunque, è per questo che si auspica una nuova proroga che darebbe più tempo a coloro che devono saldare i conti con il Fisco. Tuttavia, quello della riscossione delle cartelle è un tema che tiene ancora banco.

Vi è ancora del tempo, quindi, per coloro che devono mettersi ancora in regola. Il calendario delle riscossioni delle cartelle sarà nuovamente rimodulato, dopo la modifica provocata dalla legge di conversione del Milleproroghe.

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Saranno previste tre scadenze per la rottamazione-ter e lo stralcio delle cartelle. Per quanto riguarda la prima scadenza, questa permetterà di pagare le rate del 2020 entro il 2 maggio. La successiva sarà quella del 1° agosto, entro cui si dovranno saldare le rate del 2021 e, infine, l’ultima scadenza è prevista per il 30 novembre. Entro questo termine dovranno essere pagate tutte le rate del 2022.

Tuttavia, i contribuenti potranno avvalersi della regola dei 5 giorni di tolleranza, che entra in vigore dal giorno successivo alla scadenza prevista. Per coloro che non rispetteranno le scadenze previste potrebbero esserci sanzioni o dovranno pagare interessi rispetto agli importi ancora da pagare.

Dunque, si tratta di un momento in cui lo Stato non sembra voler insistere molto, a causa della difficile situazione economica. Una proroga dunque auspicata che scongiura, almeno per ora, una esecuzione forzata della riscossione dei debiti.

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